Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Amore sospetto, nozze bloccate per due volte
Lui disabile, lei albanese: la procura indaga per circonvenzione d’incapace
VENEZIA Sono arrivati vicini alle nozze per due volte, e per due volte sono stati bloccati. Perché se per loro si tratta di amore, per i genitori di lui si tratta di un tentativo di circonvenzione d’incapace bello e buono da parte di lei.
Lui è un quarantenne veneziano con problemi psichici, da qualche tempo sotto la tutela di un amministratore di sostegno. Lei una giovane di origine albanese. Si conoscono su Facebook, si incontrano e, così pare, scatta la scintilla. Sospetta, però, per mamma e papà del ragazzo, che credono sia solo un modo per «spennare» il figliolo. Si mettono di traverso, ma il risultato è una «fuitina» in Albania, dove i due innamorati (o presunti tali) scappano per tentare di sposarsi. Ma l’amministratore di sostegno, ovviamente d’accordo con i genitori, fa un’istanza a chi di dovere e riesce a far contattare le autorità albanesi. E così il primo tentativo di matrimonio salta. Nel frattempo il giovane contatta più volte la madre e riesce a farsi spedire qualche centinaio di euro al colpo, per pagare l’albergo, i pasti e qualche altra piccola spesa.
Lo scorso 15 luglio, di notte, la coppia torna in Italia, con l’obiettivo più ambizioso e romantico di tutti: il matrimonio a Venezia. Ma le cose vanno male perché l’avvocato Cinzia Ulmiri, incaricata dall’amministratore di sostegno, ottiene il giorno dopo un provvedimento urgente del giudice civile Silvia Barison, che vieta ai due di contrarre matrimonio. Proprio ieri di fronte al giudice si è discussa l’udienza di merito: bocche cucite tra tutte le parti, vista anche la delicatezza della questione, e comunque il giudice si è riservata la decisione ai prossimi giorni.
Nel frattempo però del caso viene interessata anche la procura di Venezia, chiamata a indagare proprio sull’ipotesi di circonvenzione d’incapace, reato che punisce con una pena da due a sei anni chi, approfittando della debolezza di una persona, la «induce a compiere un atto che importi qualsiasi effetto giuridico per lei o per altri dannoso». Può esserlo il matrimonio? O, nell’interpretazione più restrittiva della norma, ci sono stati danni patrimoniali per il quarantenne? Domande a cui dovrà rispondere il pm Paolo Fietta, titolare del fascicolo, che per ora è stato iscritto contro ignoti, anche se è evidente che nel caso in cui si confermasse il reato ci sarebbe una sola potenziale indagata, cioè la donna.
Nel frattempo lo «sposo» è tornato a casa dei genitori, che intorno a lui hanno creato una sorta di «cordone sanitario», fatto anche di specialisti, per proteggerlo. La donna albanese è invece andata via, pare a Torino.