Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ivan, chiuso in casa e sotto choc «Erano al buio, non li ho visti»

Uno degli investitor­i ha 27 anni ed è un gondoliere Sui social testimonia­va la sua passione per il suo lancino

- E.Bir.

VENEZIA «Sono distrutto, non voglio sentire nessuno. Ho solo voglia di stare tranquillo». Ivan Bastasin, il 27enne che venerdì sera ha travolto con il suo lancino un barchino con a bordo due pescatori, il giorno dopo la tragedia ha poca voglia di parlare.

Ieri, dopo aver raccontato la sua versione dei fatti alla guardia costiera, è rimasto tutto il giorno a casa insieme alla mamma Alessandra. Dalla sua voce si percepisce lo choc per quanto è accaduto, ma quel poco che dice lo esprime con un tono sicuro.

«Ho detto tutto agli uomini della capitaneri­a di porto, saranno loro insieme alla procura a far emergere la verità», aggiunge. Non risparmia

 Sono distrutto, non voglio sentire nessuno Adesso ho soltanto voglia di stare tranquillo

qualche parola contro le prime notizie uscite a poche ore dallo schianto, quando sembrava che a rimanere coinvolto, insieme alla barca di pescatori, fosse un taxi. Un pensiero, questo, che ripete anche la mamma: «Continuo a sentire ricostruzi­oni senza senso – dice la donna -. Dopo quello che è successo non siamo mai usciti di casa». A fornire qualche dettaglio in più è Graziano Vettiato, un pescatore arrivato sul posto pochi minuti dopo la sciagura: «Quando mi sono avvicinato, i quattro ragazzi erano sotto choc e il conducente continuava a ripetere “Erano al buio, non li ho visti!”».

Ivan, sostituto gondoliere, e la madre vivono insieme alla Giudecca mentre il fratello del giovane, Mattia, in questo periodo si trova in America. «Nell’incidente Ivan ha impattato contro il volante della barca, ha subìto un colpo allo sterno», dice il fratello.

La mamma, invece, ripete che «mio figlio non era drogato, ha fatto tutti i test e sono risultati negativi. Siamo sotto choc».

L’ipotesi più probabile è che Ivan Bastasin si sia accorto troppo tardi che lungo il tratto che stava percorrend­o c’era un cacciapesc­a fermo e non abbia fatto in tempo a deviare o a rallentare. Anche perché, nel caso in cui se ne fosse reso conto, una delle ipotesi è che non sia riuscito a cambiare direzione a causa della velocità forse un po’ sostenuta. Ma su questo il giovane veneziano preferisce non dire niente alla stampa. «Ho già scritto tutto nella relazione, parlerò solo con gli investigat­ori», conclude.

Il giovane pilota ama molto uscire in barca. Basta uno sguardo ai suoi profili su Facebook e Instagram per rendersene conto. Sono molte le foto che lo ritraggono in barca, sia da solo che con gli amici, e ci sono anche dei video. L’ultima foto il 27enne l’ha pubblicata venerdì nel tardo pomeriggio su Instagram. Era a bordo del suo lancino insieme a un amico che qualche ora dopo, al momento dell’incidente, si trovava con lui. La serata stava per cominciare e hanno deciso di immortalar­e quel momento e di condivider­lo. Il suo lancino bianco e verde, tenuto sempre in perfette condizioni, come se fosse un gioiellino, lo abbandonav­a solo per il lavoro.

Bastasin dopo la scuola si è avvicinato al mondo dei gondolieri. «Un bravo ragazzo, serio», lo descrivono i colleghi. Ieri il 27enne al lavoro non ci è potuto andare. Non solo a causa delle sue condizioni fisiche, ma anche perché prima di essere sentito dai militari della guardia costiera aveva trascorso l’intera notte al pronto soccorso. Proprio qui, poco dopo l’incidente, tra lui e il figlio di una delle due vittime c’è stato un piccolo scontro verbale, che si è risolto in pochi minuti. Il giovane, adesso, rischia di essere indagato.

Ho detto tutto agli uomini della Capitaneri­a, saranno loro, con la Procura, a far emergere la verità

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