Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ferito al collo, si indaga per tentato omicidio

Al vaglio amicizie e conoscenze del 18enne: sale l’ipotesi dell’agguato premeditat­o. Pietro resta in rianimazio­ne

- Milvana Citter

TREVISO Chi ha accoltella­to Pietro Camatta poteva ucciderlo. Ed è per tentato omicidio che indagano procura di Treviso e squadra mobile, cercando i responsabi­li anche tra le conoscenze del 18enne.

Gli accertamen­ti

È un’inchiesta delicata quella sul ferimento del ragazzo, aggredito venerdì notte ai giardinett­i di Porta Fra’ Giocondo e ritrovato semisvenut­o con un coltello conficcato nella gola. Pietro sta meglio, è ancora ricoverato nel reparto di rianimazio­ne dell’ospedale Ca’ Foncello, dove si sta riprendend­o dall’intervento con il quale i chirurghi hanno riparato le lesioni all’esofago e alla trachea. La prognosi resta riservata, ma non corre pericolo di vita e da ieri respira autonomame­nte. Un miracolo, visto il punto nel quale l’aggressore lo ha colpito. Pochi centimetri più in là e la lama da 10 centimetri del coltello da cucina avrebbe reciso arterie e provocato lesioni irreparabi­li.

Accanto a lui ci sono i genitori Tiziano Camatta e Anna Gatto, ancora increduli della violenza subita dal figlio. Appena si sarà ripreso, probabilme­nte nei primi giorni della prossima settimana, Pietro sarà sentito dagli investigat­ori della squadra mobile e racconterà quel che ricorda dell’aggression­e. Prima di entrare in sala operatoria, il 18enne ha detto ai genitori di essere stato aggredito da tre giovani: «Un africano e due bianchi». Non ricorda il motivo, ma solo di essersi ritrovato con la lama conficcata nel collo e di aver perso i sensi. A soccorrerl­o per primi erano stati due ragazzi che lavorano agli stand di Suoni di Marca, sulle mura, dove anche Pietro avrebbe trascorso la serata dopo una cena da amici.

Il movente

Al momento tutte le ipotesi restano al vaglio sul movente del suo ferimento: quella della rapina finita male (sono spariti il suo telefono cellulare e i soldi che aveva nel portafogli), ma anche quella di un’aggression­e mirata. Ma, viste le modalità con cui il ragazzo è stato ferito, gli inquirenti sembrano accreditar­e in particolar­e questa pista. Non a caso s’indaga per tentato omicidio. E cioè sull’ipotesi che Pietro sia stato la vittima predestina­ta di un agguato. Per questo gli investigat­ori stanno sentendo gli amici e cercando di ricostruir­e la rete delle sue conoscenze, a caccia di qualche indizio. Fondamenta­le sarà quello che lui stesso racconterà in merito a quella serata o a situazioni precedenti che possano averlo fatto finire nei guai.

L’arma e la bottiglia

Intanto in procura si attendono anche i risultati dei rilievi scientific­i sul coltello da cucina, marca Ikea, usato per ferirlo e sulla bottiglia di birra trovata accanto al ragazzo.

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Sul posto La polizia al parco accanto alle mura e lungo il Put: qui è avvenuta l’aggression­e

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