Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Agli arresti per guida in stato d’ebbrezza evade, si ubriaca e semina il caos in auto

- Milvana Citter

Era ai domiciliar­i per scontare una pena per guida in stato di ebbrezza, ma la polizia lo ha fermato, al volante della sua auto e ubriaco, mentre litigava con gli operai di un cantiere stradale che poco prima aveva quasi investito. Protagonis­ta il 45enne D.M. di Santa Lucia di Piave fermato da una pattuglia del commissari­ato di Conegliano, chiamata dagli avventori di un bar che lo avevano visto effettuare manovre pericolose nei pressi del cantiere. L’uomo, che era alterato dall’alcol, si era infatti spazientit­o perché i lavori rallentava­no la sua marcia. Stava litigando con gli operai dopo essere entrato, con la vettura, nel cantiere. Per questo è finito in manette con l’accusa di evasione, resistenza, minacce, guida in stato di ebbrezza. Dopo il processo per direttissi­ma è stato recluso nel carcere di Santa Bona, dove espierà la pena. (m.cit.) l’accesso al metal detector ed essere entrato nell’edificio si recava subito negli uffici delle varie sezioni da un piano all’altro. S’incamminav­a con fare sicuro nei corridoi, fingendo di parlare al telefono e di stare cercando qualcuno. In questo modo riusciva a passare inosservat­o mentre entrava in stanze alle quali avrebbe potuto accedere. E, quando capiva che il personale non c’era, sarebbe entrato in azione frugando in giro e prelevando da borse e cassetti i portafogli. Vittime due cancellier­i con uffici al secondo e al quarto piano, e un giudice civile che ha lo studio al quinto piano. A tutti è sparito il portafogli, per un magro bottino finale di qualche centinaio di euro. Quello del giudice era stato ritrovato lo stesso giorno in uno degli ascensori. Il portamonet­e di una cancellier­a, invece, è fu rinvenuto in strada di un Comune dell’hinterland di Treviso. Sparito nel nulla il terzo. A portare gli inquirenti al rappresent­ante sono state le telecamere, che avrebbero ripreso il suo andare e venire tra i corridoi e il suo avvicinars­i e entrare negli uffici incriminat­i. Gli occhi elettronic­i si fermano sulle porte degli uffici, ma lo hanno ripreso nei giorni e negli orari dei furti. E la sua immagine è stata riscontrat­a con le foto registrata nel database della polizia giudiziari­a, a causa dei precedenti. Per questo la procura ha ottenuto che l’ordinanza d’arresto e l’uomo si trova ai domiciliar­i.

«Parlerà con il giudice per spiegare la sua posizione – spiega l’avvocato Nava-. Va comunque sottolinea­to che il suo comportame­nto è stato maldestro. Sapeva che c’era la videosorve­glianza, ha agito non travisato. A mio parere sono elementi che denotano come sia abbastanza chiaro che il mio assistito non è un profession­ista».

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(Balanza) Sul posto Il furgone con la salma della donna
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La sfida ai controlli L’uomo non badava alle telecamere piazzate in ogni piano del palazzo

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