Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Mia moglie è caduta» Ma l’ha uccisa a furia di botte

- Di Giacomo Costa

Una donna di 37 anni, Maila Beccarello, è stata massacrata di botte dal marito Natalino Boscolo, 35, a Cavarzere, nel Veneziano. Dopo averla uccisa l’uomo, che stava scontando un periodo di detenzione ai domiciliar­i, ha chiamato i soccorsi sostenendo che la moglie era caduta dalle scale. L’omicidio è avvenuto intorno alle 7 di ieri mattina nell’abitazione della coppia, che aveva da tempo dissidi familiari. Secondo una prima ricostruzi­one dei militari, Boscolo avrebbe sottoposto la moglie a un pestaggio furioso e, quando l’ambulanza è giunta sul luogo, la donna era già morta. Nelle ultime settimane la donna era stata vista con diversi lividi sul corpo.

CAVARZERE (VENEZIA) «Maila veniva qui tutte le mattine, ogni giorno ordinava cappuccino e brioche. Parlava poco, ma era una brava ragazza, conosciuta da tutti. Da qualche tempo però si muoveva solo mascherata da un paio di ampi occhiali scuri e sulle braccia si riconoscev­ano dei brutti lividi. A chi le domandava cosa le fosse successo rispondeva che era caduta dalla bicicletta». Luca Belloni, sommelier e titolare del Cafè Maestrale, a poche centinaia di metri dalla casa dei coniugi Zemello, conosceva bene la vittima, meno il suo carnefice, che però aveva inquadrato come una persona capace di creare problemi: «L’avevo allontanat­o dal locale, chiedendog­li di non tornare più».

Gli screzi, le liti, l’insofferen­za per una relazione ormai naufragata erano raccontati da Maila solo a qualche confidente di vecchia data, attraverso le chat dei social network: «Questo inverno mi aveva detto che stava divorziand­o», spiega un amico d’infanzia. «Tre anni fa era felice e soddisfatt­a, ma l’anno scorso diceva di essere in procinto di separarsi - insiste un’altra amica - Scriveva che non ce la faceva più, che era costretta a fare una vita da cani». Eppure i vicini non avevano mai percepito tensioni in quella casa: «Li vedevamo solo quando si incamminav­ano verso la piazza, ma non sentivamo urla o litigi», spiegano gli altri residenti di viale Regina Margherita. Più consapevol­i i famigliari della 37enne, che leggevano il disagio della donna anche tra le righe di certi post di Facebook in cui Maila lasciava trasparire una quotidiani­tà non sempre facile: «Si vive, si cerca di tirare avanti, nonostante la vita ci dia brutte cose ed esperienze».

Nessuna denuncia, però, era mai arrivata ai carabinier­i: «Noi siamo sempre pronti a muoverci anche per segnalazio­ni anonime - spiegano dal comando di Chioggia - Maila Beccarello poi era spesso in caserma da sola per via dei domiciliar­i del marito, se solo avesse trovato il coraggio di parlare saremmo intervenut­i subito». «Siamo allibiti, tutta la comunità di Cavarzere si stringe attorno ai famigliari di Maila - ricordava ieri il sindaco Henri Tommasi - stiamo anche pensando di organizzar­e qualcosa in sua memoria, una fiaccolata o comunque una commemoraz­ione. Qui non è mai successo niente del genere, siamo sconvolti».

Il barista A chi notava i segni lei raccontava di essere caduta dalla bici

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Il sangue sulle pareti All’esterno dell’abitazione di Cavarzere si vedono i segni dalle ferite lasciate dalla vittima
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Scenario spaventoso L’esterno della casa di viale Regina Margherita

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