Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Fondi periferie, stop del governo. A Belluno sono sette i progetti a rischio
BELLUNO Un fulmine a ciel sereno: per consentire lo sblocco degli avanzi di amministrazione dei comuni, nel decreto Milleproroghe il governo ha inserito un emendamento che congela per due anni 140 milioni di euro del Piano periferie. Quello al quale ha attinto il Comune di Belluno per i suoi progetti di riqualificazione urbana: 18 milioni di investimenti pubblici, da sommare ad altri 17 di cofinanziatori privati. Il sindaco, Jacopo Massaro, è un fiume in piena: «È una situazione gravissima quella che si verrebbe a creare. Questo Governo non sa
Il sindaco Massaro tuona: «Scelta assurda»
Massaro Ho scritto ad Anci e parlamentari bellunesi perchè blocchino la decisione
quanto è stato fatto sul territorio in tema di rigenerazione urbana: ho già preso contatto con Anci e scritto ai parlamentari bellunesi perché si cancelli questa decisione». Un paradosso: per sbloccare gli avanzi di amministrazione si rischia di togliere ai sindaci cifre ben più cospicue: «Per Belluno – spiega Massaro – parliamo di un avanzo di 10 milioni di euro, un valore decisamente inferiore al valore movimentato dal piano di rigenerazione e anche delle sole risorse statali trasferite». Il comune ha già impegnato oltre 1,1 milioni, cui si somma l’intera cifra permessa dal patto di stabilità al cofinanziamento della rigenerazione (700 mila euro). «Se anche ora ci dicessero che possiamo utilizzare quei soldi per altri lavori - dice Massaro – sarebbe impossibile. Non ci sono i tempi tecnici per redigere un progetto esecutivo entro l’anno e quei soldi finirebbero ancora in avanzo di amministrazione». Quanto alle imprese, «far slittare i lavori al 2020 porterebbe alla rinuncia da parte di molti partner privati». E pensare che proprio ieri è arrivata la proroga al 15 settembre per la presentazione degli ultimi due progetti esecutivi, la mediateca delle Dolomiti – Palazzo Crepadona e l’ex chiesa dei Gesuiti. «Una dimostrazione della confusione che regna a Roma». Sono sette i progetti finanzianti dal Bando periferie ora a rischio, cinque già in fase di appalto: Parco delle fontane di Nogarè e ciclovia urbana, Lido di Belluno, «Parco della Piave», la ristrutturazione delle scuole Gabelli e la riqualificazione del piazzale della stazione. A questi si aggiungono alcune azioni di cui sono capofila enti privati: Parcheggio Caffi (Fil Srl): già ottenuto permesso a costruire e già pagati gli oneri di urbanizzazione Cittadella della sicurezza (Demanio dello stato): in attesa dell’anticipazione dei fondi per avviare l’appalto «Dal centro al Piave» (due progetti di bim-gsp): lavori in corso di esecuzione «Ripopolare il centro» (Reviviscar): chiesto permesso a costruire. «Ripopolare il centro» (Ater) in corso di appalto, già ottenuti i permessi a costruire. Fablab in collaborazione con il Centro consorzi di Sedico: azione in corso di esecuzione.