Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Decreto dignità, a rischio anche i ricercatori»
La trevigiana Hbi ha assunto a maggio 4 persone. I fondatori: «Ora sarebbe impossibile»
TREVISO Quattro lavoratori a tempo determinato con contratti di un anno per ciascuno dei tre anni previsti da un bando europeo a supporto delle Start-up innovative. Per fortuna assunti a maggio perché, si fosse aspettata la seconda metà di luglio, il «Decreto dignità» avrebbe chiuso le porte ai rinnovi dopo il primo anno e l’arco di tempo necessario alla maturazione dell’impresa non avrebbe potuto essere coperto.
È il caso di Hbi, un’azienda trevigiana che cavalca l’idea di convertirei rifiuti biodegradabili in unGreenpeat, materiale utilizzabile sia come combustibile pulito nelle cen- trali di cogenerazione sia come ammendante compostato nelle coltivazioni. Una buona idea che ha già fatto vincere ai fondatori, l’ingegnere ambientale Daniele Basso e l’imprenditore Renato Pavanetto, vari riconoscimenti in Italia e al l ’e stero, e che ha attirato l’interesse dell’università di Bolzano al punto da indurla a diventare partner in una associazione temporanea.
Lo scopo è di sviluppare il modello negli spazi dell’incubatore altoatesino «Noi techpark» fino a ricavarne brevetti spendibili sul mercato. Un’operazione che richiede almeno quattro collaboratori in pianta stabile più altri due supportati da assegni di ricerca .« Ci siamo orientati sui contratti a progetto, che sono praticamente contratti a termine — spiega Basso — perché non abbiamo la certezza del buon successo dell’azienda, i primi fatturati non li vedremo prima di due anni. Se i rapporti fossero stati firmati dopo l’entrata in vigore della riforma di Luigi Di Maio, con il vicolo delle causali ci troveremmo nelle condizioni di non poterli rinnovare dopo il 12° mese ». Un effetto conclamato del Decreto dignità è intanto segnalato da Nicola Atalmi, segretario Slc Cgil di Treviso. «Un lavoratore delle Poste — riferisce — che sarà lasciato a casa dopo soli 11 mesi di lavoro, per una precauzione dell’ufficio legale che vuole evitare la causale».