Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Condizionatori rotti in Tribunale I fondi stanziati per le riparazioni bloccati a Roma da un ricorso
TREVISO L’impianto di condizionamento del tribunale è rotto. Da tempo. E per i dipendenti al lavoro in queste settimane, tra magistrati e amministrativi, stare in ufficio è un calvario che ha indotto le Rsu sindacali a chiedere la dichiarazione dello stato di inagibilità del palazzo di giustizia nelle ore pomeridiane.
Eppure i soldi per riparlo ci sono. Un investimento di 300 mila euro stanziato dal ministero della giustizia e trasferito al ministero delle infrastrutture (competente per la gestione di questo t i po di spese). Di più. La gara d’appalto è stata fatta e una ditta si è aggiudicata l’intervento. Ma quel bando è stato contestato, con un ricorso al Tar e al Consiglio di Stato che ha dato regione alla seconda ditta vincitrice. E questo ha in- ceppato il meccanismo. Perché per far partire i lavori, manca la comunicazione del ministero agli uffici del palazzo di giustizia di Treviso, della ditta nuova aggiudicatrice dell’appalto.
Quella cioè che dovrebbe arrivare a sostituire l’intero impianto per dare ai dipendenti stanze rinfrescate e più confortevoli: «Che l’impianto non fosse più in grado di rinfrescare l’intero edificio — spiega il procuratore Michele Dalla Costa — era cosa nota da tempo, e per tempo ci eravamo mossi per risolvere il problema. Purtroppo però la questione si è impigliata a causa di quel ricorso». E risolverlo non sembra facile o, quanto meno, rapido. Le comunicazioni sono partite ma servirà del tempo perché vengano recepite. E intanto siamo quasi a Ferragosto. Ai dipendenti quindi, non resta che soffrire in attesa che le temperature scendano, anche se, sottolinea il procuratore: «Certo fa caldo, ma arrivare a dichiarare l’inagibilità al pomeriggio, quando i turni di lavoro sono ridotti e molto personale è ferie mi sembra esagerato. Acquisteremo dei ventilatori per superare questi giorni».