Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Lupi, Zaia apre ai proiettili di gomma «La catena biologica ormai è saltata»

Allevatori, cacciatori e animalisti ancora divisi, l’ultima parola spetta al Ministero

- Federica Fant

BELLUNO Si torna a parlare di lupi, sempre in bilico tra necessità di tutela del bestiame e obblighi di conservazi­one della specie. Sulla questione dell’utilizzo o meno di proiettili di gomma contro un esemplare particolar­mente aggressivo in Veneto, è il governator­e Luca Zaia ad affermare che «nulla si potrà fare finché il Ministero non scioglie il dubbio», ma «in questo momento c’è un disequilib­rio e la catena biologica è saltata».

«Si sta discutendo di proiettili di gomma traccianti, che non mettono a rischio la vita del lupo - ha precisato Zaia, ieri a margine di un appuntamen­to a San Donà di Piave - C’è una grande discussion­e su questo argomento, ma certo è che tutte le notti vediamo animali sbranati. Voglio ricordare che piccoli di manzo, capi adulti, cavalli, asini, pecore e ovini ingenerale vengono uccisi durante le ore buie evivendo un’ agonia terribile. Non c’è nessun cittadino - ha sottolinea­to - che si diverte ad andare in giro a sparare agli animali». Secondo il governator­e «in questo momento c’è un disequilib­rio: i lupi sono predatori e in natura trovano le loro prede, ma non possono entrare nei recinti a sbranare animali inermi, perché - ha concluso - così la catena biologica non viene mantenuta».

Eppure sono diverse le voci in campo. All’inizio della primavera si è costituito il Comitato Salvaguard­ia Alpina, formatosi grazie all’iniziativa di un gruppo di giovani allevatori, che hanno deciso di unirsi per capire come affrontare le problemati­che create dal ritorno del lupo. «Siamo nati come gruppo di informazio­ne per sostenere e aiutare chi in montagna ci lavora e ci vive, siamo in contatto con un un gruppo simile sia in Lessinia che ad Asiago», spiegano Francesco De Gasperin e Luca Bondavalli. Secondo loro la Regione è partita in ritardo con la prevenzion­e e ora bisognereb­be stare molto attenti passeggian­do nei boschi. È capitato che il lupo sbranasse capre o pecore molto vicino alle abitazioni. Di diverso avviso è invece Lorenzo Lotto, un cacciatore che è anche un conoscitor­e di lupi: si documenta e approfondi­sce la specie ormai da anni. «Sia chiaro - specifica - se l’animale è problemati­co sono d’accordo a rimuoverlo dalla popolazion­e, ma ingenerale mi sento di affermare che il lupo non è pericoloso come un’ orsa coni cuccioli o più di un gruppo di cinghiali». Lotto fa una premessa: «Per formazione ra- giono in termini di salvaguard­ia della specie, seguo con interesse lo zoologo Luigi Boitani. Il lupo è una specie protetta secondo una legge nazionale del 1992, recepita un anno dopo dalla Regione del Veneto. Si sa che le norme regionali non possono derogare quelle dello Stato. Detto questo, un lupo è un lupo e si comporta come tale. Non ragiona, va ad istinto. Lui è un carnivoro generalist­a ed opportunis­ta, ovvero si nutre di ciò che cattura più facilmente».

Interpella­to, Cristiano Fant dell’associazio­ne Siamo tutti animali si stupisce di «come gli allevatori non siano in grado di difendere i propri capi d’allevament­o»: «Negli ultimi duecento anni il lupo non è mai stato pericoloso nei confronti dell’uomo, a meno che questi non fosse in compagnia di un cane - aggiunge l’animalista - Il lupo è tornato a vivere dove era una volta. Se si va nel bosco all’alba o all’imbrunire si rischia di incontrarl­o. L’essere umano deve trovare un equilibrio e rispettare il mondo in cui vive».

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Specie protetta Per lo Stato i lupi vanno tutelati ma si sta discutendo sull’utilizzo di proiettili di gomma

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