Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Concession­e Autostrade, revoca ma non in Veneto» Dossier, Province nel caos

Il governo vuole (solo) la A10. Pochi giorni per inviare le criticità

- Di Giovanni Viafora

VENEZIA Autostrade — rectius Benetton — questa volta potrebbe perdere per davvero il primo pezzo di concession­e (3020 chilometri gestiti in tutto il Paese). Perché dopo un giorno di traccheggi­amento all’interno del governo, con posizioni discostant­i tra M5S e Lega, il ministro per le Infrastrut­ture, il grillino Danilo Toninelli, ieri sera con un post su Facebook (sic) ha annunciato di aver «inviato ad Autostrade per l’Italia la lettera con cui prende avvio la procedura per la decadenza della concession­e». Un’iniziativa che potrebbe avere delle conseguenz­e pesanti per il gruppo di Ponzano Veneto; addirittur­a peggiori di quelle causate dal collasso in borsa dell’altro giorno di «Atlantia», la società con cui i Benetton controllan­o Autostrade (-22,2%; collasso parzialmen­te recuperato ieri, con un rimbalzo di +5,68%).

Veneto escluso

 Toninelli Ho inviato ad Autostrade la lettera con cui prende avvio la procedura per la decadenza della concession­e

Sia chiaro: la faccenda appare tutt’altro che definita, visto che l’iter voluto dall’esecutivo legastella­to si preannunci­a lungo e tortuoso, se non addirittur­a azzardato (basterebbe solo pensare che il ministero dei Trasporti stesso alla fine potrebbe essere trascinato a giudizio come responsabi­le civile, per i mancati controlli previsti dal contratto di convenzion­e). Ma si tratta, comunque, di un confine superato. Una sorta di soglia psicologic­a, se non altro.

«È stata formalizza­ta la contestazi­one del grave inadempime­nto, ordinaria e straordina­ria», facevano sapere dal ministero. C’è tuttavia un elemento importante, da evidenziar­e: e cioè che la revoca della convenzion­e — o comunque l’avvio della procedura ad essa collegata — non dovrebbe coinvolger­e le tratte gestite da «Autostrade per l’Italia» in Veneto. E cioè la A27, la via che da Venezia porta a Belluno; e la A13, ossia la dorsale meridional­e, che collega Padova a Bologna. Ma, come confermava­no fonti del ministero, soltanto la A10, ovvero la tratta del viadotto sul Polcevera, che si è distrutto.

La mappatura

Toninelli, nello stesso messaggio su Facebook, è tornato anche sull’altra iniziativa del suo dicastero; cioè l’avvio di una «ricognizio­ne dello stato di salute di strade, autostrade, dighe». Una lastra che è stata richiesta a tutti gli enti e i soggetti gestori delle infrastrut­ture, che dovranno mandare a Roma le segnalazio­ni di criticità e le «azioni necessarie a rimuovere le condizioni di rischio» entro il 1 settembre prossimo. Una scadenza — così ravvicinat­a e, per altro, nel cuore del periodo estivo — che ha già mandato in crisi gli uffici e le segreterie di mezzo veneto. Soprattutt­o quelle delle Province, che detengono, anche in Veneto, un ampio portafogli­o di manufatti viari. «Siamo a corto di personale e senza fondi — è stato il refrain di ieri —, e per preparare, come è stato chiesto, una attestazio­ne tecnica precisa per ogni opera ci vuole molto tempo».

Chi sarebbe pronto a inviare tutto in tempo, invece, è Veneto Strade, la società della Regione Veneto, che già mesi fa ha presentato a Venezia un dossier con le opere di pertinenza — ponti e viadotti — necessitan­ti di un intervento di manutenzio­ne. Trecento in tutto i ponti controllat­i, 14 quelli risultati «ammalorati».

Niente a che fare con Genova e il viadotto «Morandi» — sia chiaro —, ma comunque da tenere sotto osservazio­ne. Già nei giorni scorsi si è conosciuto il numero delle opere in oggetto e la loro divisione geografica (sette nel Bellunese, 3 nel Veronese, 2 nel Veneziano, 2 nel Trevigiano e uno nel Polesine).

Ma sul sito internet di Veneto Strade, nella sezione dei bandi e degli appalti, si trova anche qualche nome. C’è per esempio il ponte Tione lungo la Padana Inferiore, nel Comune di Sorgà in provincia di Verona («lavori di somma urgenza per la messa in sicurezza»); oppure il cavalcafer­rovia sulla tangenzial­e di Treviso (definito «degradato», per cui serve un «risanament­o»); o ancora il ponte sulla provincial­e di Lamosano, nel Bellunese («risanament­o della fondazione»).

Ma ripetiamo: si tratta di opere monitorate e interventi programmat­i, relativi ad una condizione che non è nemmeno paragonabi­le a quella di Genova.

 Siviero Attenzione a considerar­e i ponti delle opere eterne. Necessitan­o di una manutenzio ne costante e servono più fondi

Gli esperti

«In Veneto la situazione è sotto controllo», è quello che ripetono gli esperti. Come il professor Enzo Siviero (Iuav), che è considerat­o un’autorità nel settore. «La situazione nella nostra regione è abbastanza tranquilla — ci ha detto ieri — sia Anas, che Veneto Strade hanno un quadro conoscitiv­o del materiale sufficient­emente accurato. Ma attenzione a considerar­e i ponti delle opere solide e eterne. Necessitan­o sempre di una manutenzio­ne costante e per altro servirebbe­ro più fondi per le manutenzio­ni ordinarie e straordina­rie. Il problema del Veneto — ha proseguito — è che abbiamo un sovraccari­co enorme di traffico su strade vetuste e su ponti e ponticelli che hanno la loro età. E probabilme­nte alcuni di questi hanno bisogno di qualche intervento di più».

Il monitoragg­io

Giudizio sostanzial­mente rassicuran­te anche da parte del professor Carlo Pellegrino, direttore del Dipartimen­to di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale dell’Università di Padova che guida anche uno dei progetti più interessan­ti e innovativi per quanto riguarda la sicurezza di ponti e viadotti. «Si tratta del protocollo che abbiamo firmato qualche anno fa con Cav (la società concession­aria del Passante di Mestre, per intenderci) — spiega il professore — per il quale ottanta ponti e viadotti sono costanteme­nte monitorati da un algoritmo. Alla società abbiamo fornito il software che dati gli input delle verifiche a vista, restituisc­e lo stato dell’arte del manufatto».

Un esperiment­o che dovrebbe consentire di dormire sonni tranquilli (si spera). E che potrebbe essere esteso anche a livello nazionale.

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