Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Cade mentre arrampica, muore turista

L’incidente ieri mattina sulle Tre Cime di Lavaredo. La vittima è un 47enne di Asti

- Davide Piol

Un volo di 200 metri, davanti agli occhi di decine di turisti in vista alle Tre cime di Lavaredo. È morto così ieri mattina un turista di 47 anni di Asti, in Piemonte. L’uomo, G. C., secondo le prime ricostruzi­oni avrebbe tentato di scalare la parete rocciosa tra la cima Grande e la Piccola senza assicurars­i con la corda. Improvvisa­mente l’uomo avrebbe perso la presa e sarebbe caduto. Immediato, ma purtroppo inutile, l’intervento dei soccorsi.

BELLUNO Stava salendo da solo con le sue braccia, le sue gambe e molto coraggio perché scalare senza corda una delle Tre cime di Lavaredo, nel Bellunese, non è cosa da tutti i giorni. Occorrono abilità e un briciolo di follia. G.C., 47enne di Asti, in Piemonte, li aveva entrambi forse ma non sono bastati.

È precipitat­o verso le 11 davanti agli sguardi attoniti di molti turisti che, in questo periodo, formano il «serpentone» attorno alle Tre cime. Alcuni hanno visto solo un puntino nero che cadeva, altri vi hanno riconosciu­to un uomo e hanno chiamato i soccorsi. Dopo aver imbarcato due agenti del soccorso alpino della Guardia di Finanza di Auronzo di Cadore, l’elicottero dell’Aiut Alpin Dolomites di Bolzano ha sorvolato la zona cercando di risalire al punto esatto. Il corpo dell’alpinista è stato individuat­o tra la Cima Grande e la Piccola, sul nevaio sotto la via normale dove l’uomo sarebbe scivolato ma ormai non c’era più nulla da fare. La salma è stata ricomposta, recuperata con un verricello di 30 metri e trasportat­a al Rifugio Auronzo. G.C. non era assicurato, scalava da solo e senza corda. «Non è così strano — spiega Alex Barattin, delegato del soccorso alpino per il Bellunese — Dipende dalle capacità di ciascuno. Anche una via di sesto grado puoi farla senza corda se hai le capacità e se ti assumi la tua dose di rischio. Non è giudicabil­e chi va senza corda».

Davvero numerosi ieri gli interventi in montagna: dal Brent de l’Art (Trichiana) dove G.B., 67enne di Padova, si è procurato un probabile trauma al piede; al sentiero sotto il Cristallo per un escursioni­sta 55enne veronese, L.M., che aveva riportato una probabile frattura alla caviglia; a Calalzo di Cadore per A.Z., veneziana di 42 anni, che si era storta il piede.

Infine un incidente mortale ieri mattina appena fuori dal centro abitato di Auronzo. Matteo Contadin, 43enne di Este (Padova), è stato tamponato da un altro motociclis­ta. Dopo aver perso il controllo della moto è finito nella corsia opposta, ha sbattuto contro una macchina e poi addosso a un muro.

Intervenut­i la polizia stradale di Valle di Cadore, la polizia locale di Auronzo, i vigili del fuoco di Santo Stefano e il 118. Contadin è stato elitraspor­tato d’urgenza all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Pochi attimi dopo è morto. «È un rettilineo e la gente corre nonostante il limite dei 50 chilometri orari. L’altro giorno hanno buttato giù un palo. Da una vita segnaliamo il problema in Prefettura e al Comune ma non è mai stato fatto nulla» commenta Ottorino Zandegiaco­mo, proprietar­io della trattoria Tre cime di Lavaredo situata vicino al luogo dell’incidente.

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Senza corda Le tre cime di Lavaredo. L’incidente tra la cima Grande e la Piccola

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