Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Porti, il governo spinge Trieste Venezia protesta

Il sottosegre­tario Geraci: «Trieste è perfetta, i cinesi investano lì»

- Ma. Bo. – A. Zo.

VENEZIA «La Cina cerca un porto nell’Adriatico del Nord, per raggiunger­e l’Europa con le sue merci: il più a Nord possibile, perché muoversi per via d’acqua costa meno che muoversi per via terra. Trieste sarebbe la soluzione migliore: investimen­ti cinesi per ampliarne la capacità, anche logistica. La posizione della città è ottima per loro: non tanto perché è in Italia, ma perché è sul confine, ha connettivi­tà con l’Europa dell’Est e del Nord».

Pochi, nel governo «legastella­to», conoscono la Cina (e i cinesi) come il sottosegre­tario allo Sviluppo economico Michele Geraci. Cinquantad­ue anni, una laurea in ingegneria elettronic­a a Palermo, città dove è nato, un master in business administra­tion al Mit di Boston, dopo alcuni trascorsi nelle banche d’affari da dieci anni vive in Cina, dove è responsabi­le del programma cinese dell’università di Nottingham ed insegna finanza sia alla sede di Shanghai della New York University che all’università di Zhejiang. Vicino alla Lega a tal punto che Matteo Salvini ad un tratto pensò proprio a lui come possibile premier, per tutti i motivi sovraespos­ti guiderà la missione che dal 28 agosto al 2 settembre il Governo svolgerà in Cina, parallelam­ente ad alcuni incontri del ministro dell’Economia Giovanni Tria. Alla missione parteciper­anno tra gli altri Cassa Depositi e Prestiti, Fincantier­i, Bankitalia, Snam ma a sentire il sottosegre­tario pare che uno dei temi in cima all’agenda sarà la valorizzaz­ione del Porto di Trieste come terminale ultimo della Via della Seta, il mastodonti­co piano infrastrut­turale e logistico avviato nel 2013 dal presidente cinese Xi Jinping per collegare il suo Paese all’Europa, il Medio Oriente e l’Africa (si tratta di investimen­ti per mille miliardi di dollari, in 65 Paesi). Geraci non ha dubbi e l’ha spiegato chiaro al Corriere qualche giorno fa: «Diremo ai cinesi dove investire. Non come in passato quando si parlava di tante ipotesi, generiche, per i porti. Il loro interesse si concentra su Trieste e per noi è un’opportunit­à».

In realtà già con i Governi Renzi e Gentiloni, sotto l’influenza dell’allora presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchia­ni (incidental­mente responsabi­le infrastrut­ture del Pd) l’Italia pareva aver fatto una inequivoca­bile scelta di campo a favore di Trieste «porto delle merci», con Venezia a giocare il ruolo del terminal crocierist­ico (e di più, l’ex sottosegre­tario ai Beni culturali Ilaria Borletti Buitoni ipotizzò di affibbiare a Trieste pure le crociere, nell’ottica della salvaguard­ia della laguna). E proprio nel corso di una missione governativ­a in Cina, nel maggio dello scorso anno, erano sorte polemiche per via di una supposta dimentican­za dell’allora premier Gentiloni a danno del capoluogo veneto.

Tant’è, il presidente del Porto di Venezia Pino Musolino non sembra particolar­mente allarmato: «Ho parlato questo pomeriggio con Geraci e lui sa benissimo che Venezia è un elemento centrale del sistema portuale italiano. Non ha senso parlare di contrappos­izioni tra porti, perché Venezia, Trieste e Ravenna sono tre punte di un attacco fenomenale che si chiama Alto Adriatico». «I cinesi li dobbiamo portare qui - prosegue Musolini - poi il mercato deciderà se un container in quel momento andrà a Trieste, Venezia o Ravenna, che hanno peculiarit­à differenti». La Via della Seta va affrontata tutti insieme come sistema. «Sarebbe grottesco anche dire che c’è solo Venezia, sebbene comunque il nostro porto in tutte le slide dei cinesi non manchi mai». D’altra parte tra Venezia e Trieste ci sono 150 chilometri, ma Anversa da sola ha 169 chilometri di banchine. Per certi versi – come peraltro diceva qualcuno all’epoca della riforma dei porti firmata da Graziano Delrio – potrebbero essere considerat­i due terminal dello stesso porto. «E poi i cinesi sono una occasione da cogliere, ma a livello internazio­nale c’è molto altro - conclude Musolino - il continente che crescerà di più nei prossimi anni sarà l’Africa che è di fronte a noi».

 Musolino

I cinesi sono solo una delle opportunit­à per noi, l’Africa sarà il continente che crescerà di più

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