Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Tacchi, gonna e barba: camionista travestito derubato mentre fa sesso
MONTEBELLUNA Si era abbigliato di tutto punto per incontrare quello straniero, con cui si sarebbe appartato per consumare un rapporto sessuale: tacchi a spillo, gonna, una folta parrucca rossa e borsetta di ordinanza. Ma non poteva immaginare che quella nottata trasgressiva avrebbe avuto un risvolto imprevisto: il furto della borsa - nella quale aveva riposto il cellulare, vari effetti personali e 20 euro - da parte di un altro straniero, un marocchino di 27 anni che aveva notato quell’uomo un tantino stravagante. E che, dopo oltre un mese di indagini, è stato individuato dai carabinieri e denunciato per furto ed estorsione. È successo a Montebelluna, nella zona di Parco Manin, l’11 agosto: protagonista un camionista quarantenne residente nel Bellunese.
L’uomo aveva programmato tutto con cura: un look ricercato, il contatto con il marocchino e la scelta del luogo dove appartarsi, che entrambi ritenevano tranquillo e sufficientemente «nascosto» e sicuro. Se non fosse per il ladruncolo in agguato, partito all’assalto del camionista strappandogli la borsetta. Tramite la mediazione dell’altro straniero, estraneo alla vicenda, il 40enne è riuscito a recuperare la borsa ma non il cellulare: «Se lo rivuoi dammi 200 euro», ha esclamato il malvivente. Convincendo vittima e amico a recarsi rapidamente al più vicino bancomat per prelevare il denaro. La corsa a piedi, tuttavia, non è sfuggita ad una pattuglia dei carabinieri. Se non altro per un fatto: la barba sfoggiata da quell’individuo in abiti femminili. Una volta fermato, il camionista ha raccontato l’accaduto e formalizzato la denuncia per furto ed estorsione. E grazie (anche) alla testimonianza dell’amico straniero i militari sono riusciti ad individuare il colpevole.
Intanto il sindaco Marzio Favero, dopo i recenti interventi, si è complimentato con il maggiore Sabatino Piscitello. «Serviva un giro di vite e i militari hanno superato le aspettative» sottolinea, ricordando in particolare «l’arresto dello straniero che aveva aggredito un ristoratore e gli interventi contro lo spaccio al parco Manin». SANTA LUCIA DI PIAVE L’area di ripopolamento faunistico Medio Piave è salva. Almeno per il momento. La commissione caccia della Provincia, infatti, a larga maggioranza ha bocciato il progetto di una azienda faunistico venatoria nell’area protetta, ma i timori di Riccardo Szumski, il sindaco di Santa Lucia di Piave che aveva scatenato la polemica, non sembrano fugati. «Restiamo molto preoccupati visto che la responsabilità decisoria è in capo alla Regione», sostiene Szumski. Che aggiunge: «Invitiamo sin da subito il presidente Luca Zaia, la giunta regionale ed il consiglio regionale ha considerare la nefandezza di una simile proposta in un sito già protetto a livello europeo e regionale, caratteristico oramai per la vocazione naturalistica e la biodiversità, anche alla luce proprio della firma in sede regionale del Manifesto delle Terre dell’Acqua da parte di 29 Comuni, compreso Santa Lucia di Piave, per la valorizzazione della risorsa dell’acqua e dei suoi territori nella chiave di uno sviluppo turistico sostenibile».
Il primo cittadino di Santa Lucia, in vista del voto di lunedì scorso, non aveva esitato a parlare di un potenziale «golpe ambientale». Per ora sventato, a quanto pare.
Ma Szumski è tutt’altro che tranquillo. «Il progetto del Manifesto delle Terre dell’Acqua - esclama - cozzerebbe contro la destinazione a riserva di caccia dell’alveo della Piave, fiume a noi carissimo e bisognoso di tutela e valorizzazione». Proprio grazie alla tutela della zona sono ricomparse specie di volatili assenti da tempo, aveva segnalato il sindaco. Tra queste anche la starna.
L’estorsione
È avvenuta vicino ai militari, che hanno notato la vittima per com’era vestita