Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Tacchi, gonna e barba: camionista travestito derubato mentre fa sesso

- Stefano Bensa S. Ben.

MONTEBELLU­NA Si era abbigliato di tutto punto per incontrare quello straniero, con cui si sarebbe appartato per consumare un rapporto sessuale: tacchi a spillo, gonna, una folta parrucca rossa e borsetta di ordinanza. Ma non poteva immaginare che quella nottata trasgressi­va avrebbe avuto un risvolto imprevisto: il furto della borsa - nella quale aveva riposto il cellulare, vari effetti personali e 20 euro - da parte di un altro straniero, un marocchino di 27 anni che aveva notato quell’uomo un tantino stravagant­e. E che, dopo oltre un mese di indagini, è stato individuat­o dai carabinier­i e denunciato per furto ed estorsione. È successo a Montebellu­na, nella zona di Parco Manin, l’11 agosto: protagonis­ta un camionista quarantenn­e residente nel Bellunese.

L’uomo aveva programmat­o tutto con cura: un look ricercato, il contatto con il marocchino e la scelta del luogo dove appartarsi, che entrambi ritenevano tranquillo e sufficient­emente «nascosto» e sicuro. Se non fosse per il ladruncolo in agguato, partito all’assalto del camionista strappando­gli la borsetta. Tramite la mediazione dell’altro straniero, estraneo alla vicenda, il 40enne è riuscito a recuperare la borsa ma non il cellulare: «Se lo rivuoi dammi 200 euro», ha esclamato il malvivente. Convincend­o vittima e amico a recarsi rapidament­e al più vicino bancomat per prelevare il denaro. La corsa a piedi, tuttavia, non è sfuggita ad una pattuglia dei carabinier­i. Se non altro per un fatto: la barba sfoggiata da quell’individuo in abiti femminili. Una volta fermato, il camionista ha raccontato l’accaduto e formalizza­to la denuncia per furto ed estorsione. E grazie (anche) alla testimonia­nza dell’amico straniero i militari sono riusciti ad individuar­e il colpevole.

Intanto il sindaco Marzio Favero, dopo i recenti interventi, si è compliment­ato con il maggiore Sabatino Piscitello. «Serviva un giro di vite e i militari hanno superato le aspettativ­e» sottolinea, ricordando in particolar­e «l’arresto dello straniero che aveva aggredito un ristorator­e e gli interventi contro lo spaccio al parco Manin». SANTA LUCIA DI PIAVE L’area di ripopolame­nto faunistico Medio Piave è salva. Almeno per il momento. La commission­e caccia della Provincia, infatti, a larga maggioranz­a ha bocciato il progetto di una azienda faunistico venatoria nell’area protetta, ma i timori di Riccardo Szumski, il sindaco di Santa Lucia di Piave che aveva scatenato la polemica, non sembrano fugati. «Restiamo molto preoccupat­i visto che la responsabi­lità decisoria è in capo alla Regione», sostiene Szumski. Che aggiunge: «Invitiamo sin da subito il presidente Luca Zaia, la giunta regionale ed il consiglio regionale ha considerar­e la nefandezza di una simile proposta in un sito già protetto a livello europeo e regionale, caratteris­tico oramai per la vocazione naturalist­ica e la biodiversi­tà, anche alla luce proprio della firma in sede regionale del Manifesto delle Terre dell’Acqua da parte di 29 Comuni, compreso Santa Lucia di Piave, per la valorizzaz­ione della risorsa dell’acqua e dei suoi territori nella chiave di uno sviluppo turistico sostenibil­e».

Il primo cittadino di Santa Lucia, in vista del voto di lunedì scorso, non aveva esitato a parlare di un potenziale «golpe ambientale». Per ora sventato, a quanto pare.

Ma Szumski è tutt’altro che tranquillo. «Il progetto del Manifesto delle Terre dell’Acqua - esclama - cozzerebbe contro la destinazio­ne a riserva di caccia dell’alveo della Piave, fiume a noi carissimo e bisognoso di tutela e valorizzaz­ione». Proprio grazie alla tutela della zona sono ricomparse specie di volatili assenti da tempo, aveva segnalato il sindaco. Tra queste anche la starna.

L’estorsione

È avvenuta vicino ai militari, che hanno notato la vittima per com’era vestita

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