Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Migranti reclutati dai centri per lavorare in nero
VILLA ESTENSE-ROVIGO Reclutava la manodopera nei centri di accoglienza per richiedenti asilo, li portava nei campi del Polesine e li sfruttava, obbligandoli a lavorare in condizioni disumane. I carabinieri hanno denunciato un marocchino 28enne residente a Bagnolo di Po per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. L’indagine è partita nell’estate del 2017 su segnalazione di Alberto Ruggin, candidato alle Politiche nella lista «Più Europa» e tra i responsabili dell’associazione «Tangram», che si occupa di migranti in diversi Comuni padovani, tra cui Villa Estense. «Un anno fa alcuni stranieri ospiti della nostra associazione hanno iniziato a lavorare per questo imprenditore marocchino — spiega Ruggin — qualcosa non quadrava già da subito e dopo una settimana abbiamo denunciato tutto ai carabinieri».
I militari hanno iniziato le indagini scoprendo che il 28enne aveva agganciato un richiedente asilo a Monselice, proponendogli il lavoro. L’imprenditore aveva reclutato in totale 33 stranieri tra cui otto donne, due irregolari e un minore, per lo più provenienti dalla Nigeria, dal Senegal, dal Gambia e dalla Costa d’Avorio. I migranti venivano prelevati alla mattina con un furgone che li accompagnava in un’azienda agricola di Bagnolo di Po, per raccogliere pomodori. Disumane le condizioni di lavoro: 5 euro all’ora in nero mai pagati, turni da 12 ore sotto il sole senza pausa, assenza di dispositivi di protezione, igiene minima, nessuna possibilità di andare in bagno o di pranzare. Alle veementi proteste, l’uomo ribatteva assicurando una imminente assunzione a tempo indeterminato.
«In molti hanno desistito subito, altri sono stati imbrogliati per un mese», racconta Ruggin. L’azienda agricola è stata multata per 101mila euro, oltre all’omesso versamento di contributi per 5.180 euro. Il marocchino titolare della «Green Work», società di intermediazione di lavoro per la manodopera di prodotti agricoli, è stato denunciato e sanzionato per 5.260 euro. Le indagini sono state coordinate dal pm Fabrizio Suriano. Secche le reazione delle associazioni di categoria. Il direttore della Coldiretti polesana, Silvio Parizzi, condanna l’accaduto: «E’ concorrenza sleale, ben vengano i controlli a tutela degli imprenditori onesti». Il direttore della Cia di Rovigo, Paolo Franceschetti, spiega: «Chi si occupa di intermediazione lavorativa spesso crea più problemi che vantaggi all’imprenditore del settore primario, che delega in buona fede questa parte di lavoro, restando poi coinvolto in prima persona col pagamento di multe molto salate». Più cauto Stefano Casalini, presidente di Confagricoltura Rovigo: «E’ un fatto gravissimo».