Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Scappa a 3 anni, trovato in stazione

Treviso, il piccolo è stato notato da due turisti mentre vagava scalzo e spaventato

- Madiotto

È stato notato da due turisti di primo mattino, mentre vagava nei pressi della stazione ferroviari­a di Treviso. Era scalzo e poco vestito, malgrado le temperatur­e basse dopo il temporale di ieri notte. Fortunatam­ente, quel bambino di soli tre anni è stato subito soccorso e accompagna­to in ospedale. Solo nel pomeriggio il papà ha chiamato le forze dell’ordine denunciand­o la scomparsa. E il sindaco Conte dice. «Allertati i servizi sociali».

Un bambino di 3 anni, solo, scalzo, che si aggira sperduto non distante dalla stazione ferroviari­a di Treviso, impaurito e infreddoli­to. L’hanno trovato ieri mattina presto due turisti, la polizia l’ha portato all’ospedale Ca’ Foncello dove è stato preso in carico dal pronto soccorso prima e dalla Pediatria poi, allertando servizi sociali e tribunale. Si è conclusa nel migliore dei modi, con il piccolo che riabbracci­a il padre dopo aver ricevuto cure e coccole da medici e infermiere, una storia che poteva avere un esito diverso considerat­e le premesse. Ma lunedì scatterà un altro protocollo, quello del Comune di Treviso. «Ora sta bene, ed è la cosa più importante – spiega il sindaco Mario Conte –, ma è necessario fare degli approfondi­menti, ho già chiesto ai servizi sociali di attivarsi per seguire da vicino questa famiglia. Dobbiamo capire cos’è successo». Come sia potuto accadere, ad esempio, che un bambino di tre anni esca di casa senza essere visto e per ore nessuno si faccia vivo o lanci un allarme.

Non erano ancora le 8 del mattino. I turisti australian­i hanno notato quel visino smarrito e spaventato che si aggirava in via Venier, sul retro della stazione dei treni. Non aveva le scarpe e non era vestito in modo adeguato al freddo di quell’ora, non dopo che i temporali hanno fatto scivolare via l’estate in pochi giorni. La prima cosa che hanno fatto è stata allertare i soccorsi e le volanti intervenut­e hanno portato il bimbo in ospedale. Sembrava un bambino abbandonat­o, le sue condizioni di salute hanno destato qualche preoccupaz­ione, inizialmen­te pareva che sentisse poco bene da un orecchio. Indossava un braccialet­to con un nome, «Samba». Non parlava italiano, per instaurare un dialogo sono state chiamate due donne straniere. Medici e infermiere si sono presi cura di lui: l’hanno visitato confermand­o che le sue condizioni erano buoe ne, l’hanno lavato, gli hanno trovato dei vestiti puliti, l’hanno nutrito e scaldato, l’hanno fatto giocare nell’Oasi di Pediatria. L’iter prevedeva di contattare il giudice tutelare, tramite l’ufficio minori del reparto anticrimin­e della questura, e quindi i servizi sociali, così è stato. Intorno alle 13 però è arrivata una telefonata: il padre del bambino, di origine nordafrica­na, ha chiamato la centrale operativa raccontand­o di non trovare più il figlio, e alle 3 del pomeriggio è arrivato al Ca’ Foncello per riportarlo a casa. Ma la questione non è finita qui: è stata avviata la procedura per affidare il bimbo alla famiglia anche se il genitore ora rischia una denuncia per abbandono di minore.

Il caso, prima di risolversi, dava l’impression­e di essere più grave di quel che si è poi dimostrato. Oltre al sindaco, anche il direttore dell’Usl 2 Francesco Benazzi ha trascorso alcune ore col piccolo in ospedale, in attesa di notizie. «Samba sta bene, è un piccolo terremoto, è simpatico e ha molta voglia di giocare – ha raccontato Conte -. Ringrazio gli agenti della polizia e il reparto di pediatria, l’hanno accolto e curato come un figlio, hanno fatto un lavoro splendido con lui».

Il papà aveva cominciato a cercarlo

L’abbiamo chiamato Samba, ora sta bene

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In Pediatria Il bambino assistito da un’infermiera all’ospedale di Treviso

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