Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Cinque stelle contro Confindust­ria

Attacco a Zoppas: «Si lamenta perché teme di perdere la concession­e per le acque minerali»

- Bonet

VENEZIA Al culmine dello scontro tra il governo gialloverd­e e Confindust­ria, il deputato padovano dei 5 Stelle Raphael Raduzzi affonda il colpo: «Chi si lamenta sono quei concession­ari a cui il M5S vuole togliere la gallina dalle uova d’oro». Il riferiment­o è diretto al presidente veneto di Confindust­ria Matteo Zoppas, la cui famiglia ha in concession­e lo sfruttamen­to delle acque minerali.

VENEZIA L’attacco è duro perché non resta sul consueto piano istituzion­ale «deputato della maggioranz­a-presidente di Confindust­ria», ma diventa personale e lascia intendere che dietro alla «marcia degli imprendito­ri» minacciata da Matteo Zoppas non vi siano soltanto motivazion­i associativ­e e di rappresent­anza ma pure famigliari, legate alla difesa dell’azienda di famiglia messa nel mirino dal Governo gialloverd­e.

A colpire, al culmine del duello che da giorni vede contrappos­ti l’Esecutivo e Confindust­ria (il primo a ipotizzare la discesa in piazza degli industrial­i è stato il leader nazionale Vincenzo Boccia, giovedì, a Cortina) è il deputato padovano del Movimento Cinque Stelle Raphael Raduzzi, che in una nota benedetta dai vertici pentastell­ati affonda: «Chi si lamenta da giorni, con il placet di tutti i grandi media, sono quei concession­ari a cui il Movimento 5 Stelle vuole togliere la gallina pubblica dalle uova d’oro. Realizzare utili milionari garantiti per contratto sfruttando beni pubblici con la connivenza di certa politica non c’entra nulla col rischio d’impresa e non parliamo solo di autostrade. Se prendiamo ad esempio le concession­i delle acque minerali, settore che Zoppas conoscerà bene dato che San Benedetto Spa fa parte del core business di famiglia, ritroviamo tutti i problemi venuti a conoscenza del grande pubblico negli ultimi giorni: pochissime gare ad evidenza pubblica, concession­i a prezzi stracciati e per periodi ultravente­nnali».

Seguono i numeri di un report del ministero dell’Economia secondo cui «per i maggiori produttori di acqua imbottigli­ata il canone di concession­e incide mediamente per lo 0,79% sui costi della produzione e per ogni euro speso in canoni hanno conseguito, mediamente, ricavi per 191,35 euro». Dati «pazzeschi», secondo Raduzzi, che prosegue: «Con un fatturato annuo del settore delle acque minerali stimato in 2,7 miliardi di euro, nel 2015 i produttori hanno pagato, per i canoni di concession­e mineraria e di imbottigli­amento, appena lo 0,68%». E chiude: «Il Governo sarà sempre dalla parte degli onesti imprendito­ri che con la loro fatica danno lavoro e rendono

 Raduzzi

Il M5S sta con gli imprendito­ri onesti, che faticano, non con chi sfrutta i beni pubblici

grande il nostro Paese, ma allo stesso tempo sarà fermo con chi in questi anni ha sfruttato enormement­e beni pubblici ad esclusivo vantaggio privato». Zoppas come Benetton, insomma, almeno per i pentastell­ati.

Zoppas preferisce non replicare, intanto il fronte della protesta confindust­riale va sfarinando­si e non pare più così compatto come appariva inizialmen­te. Il presidente di Veneto Centro, Massimo Finco, da giorni si è imposto un inscalfibi­le silenzio ma dalla territoria­le più grande del Veneto non sono mancati comunque i distinguo: «Scendere in piazza è inutile e anacronist­ico» ha detto il vicepresid­ente Enrico Carraro mentre ieri è stato Fabio Franceschi di Grafica Veneta ad invitare alla calma: «La proposta mi sembra un po’ datata, meglio un dialogo razionale e costruttiv­o». Un atteggiame­nto di mediazione che stupisce se si pensa che proprio le province di Treviso e Padova, che compongono Veneto Centro, sono da sempre tra le più movimentis­te della galassia confindust­riale (Treviso, peraltro, già scese in piazza durante l’assemblea del maggio 2011, diventando un caso nazionale),

ma forse la freddezza verso la proposta di Zoppas va inquadrata anche nei rapporti tesi tra la cordata che sostenne Boccia e quella che sostenne Vacchi nella corsa nazionale, spaccatura diventata plastica con la convivenza tra l’associazio­ne regionale e quella delle due province al centro del sistema Nordest.

Con Zoppas si schiera invece il presidente vicentino Luciano Vescovi: «Sto con lui e con Boccia - spiega - li appoggio in pieno e sia chiaro che se scenderemo in piazza non saremo soli, al nostro fianco ci saranno i nostri collaborat­ori, convinti come noi che qui si generi valore e che non siamo affatto dei “prenditori” come va dicendo qualcuno al Governo». Dove, per Vescovi, «si è fermi ad una visione anni Settanta della fabbrica che vuole i padroni contrappos­ti alla classe operaia. Una ricostruzi­one inveritier­a, che ci offende e crea un’esasperazi­one che sì, potrebbe culminare anche in una protesta di piazza».

Ma non è solo il Governo a vederla così. Anche Cgil e Uil, infatti, si smarcano, prendendo le distanze dalla Cisl che domenica, col segretario regionale Gianfranco Refosco, si è detta pronta alla manifestaz­ione unitaria. E il motivo è presto detto: «Sindacati e industrial­i possono pure avere obiettivi comuni - dice Gerardo Colamarco, segretario della Uil - ma avranno sempre interessi divergenti. Possiamo sederci allo stesso tavolo ma i piani non vanno confusi, mi pare difficile che si possa andare in piazza assieme. Anche perché non siamo abituati a giudicare un Governo dal colore, in modo pregiudizi­ale. Attendiamo di conoscere le misure del Dpef». Perfino più netto Christian Ferrari, segretario della Cgil: «Se quello che immaginano è il “partito unico del Pil”, noi diciamo no. Con Confindust­ria sono state fatte cose interessan­ti, come il Patto per la fabbrica, per l’aumento dei salari, l’innovazion­e, gli investimen­ti, la qualità del lavoro. Ripartiamo da lì. Ma quanto al resto, è bene che ciascuno faccia il proprio mestiere anche perché, ad esempio sul decreto Dignità, noi abbiamo posizioni opposte alle loro, lo giudichiam­o troppo timido, poco coraggioso, ancora incline alla precarietà. E Confindust­ria ci chiede di manifestar­e al suo fianco per la flat tax, la pace fiscale, la Fornero e il Jobs Act? Eddai...».

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 ??  ?? La marcia del 2011 L’allora presidente di Treviso Vardanega sfila con l’allora presidente Marcegagli­a per protesta
La marcia del 2011 L’allora presidente di Treviso Vardanega sfila con l’allora presidente Marcegagli­a per protesta

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