Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Pasta Zara, i dipendenti dicono no alla richiesta di tagliare gli stipendi

- Gianni Favero

TREVISO I lavoratori di Pasta Zara di Riese Pio X rispondono no alla proposta avanzata dalla proprietà venerdì scorso, in un incontro nella sede di Unindustri­a Treviso; e una posizione analoga è attesa anche dalle assemblee nelle sedi di Muggia (Trieste) e di Rovato (Brescia). Perciò lunedì prossimo, quando le organizzaz­ioni sindacali rappresent­ate dai loro vertici nazionali delle categorie alimentari, incontrera­nno nuovamente la famiglia Bragagnolo e l’amministra­tore delegato, Angelo Rodolfi, spiegheran­no loro che nessuno ci sta a rinunciare alla quattordic­esima e ai premi di produzione per i prossimi cinque anni. Tanto più se, con l’ipotesi di applicare il ciclo continuo su 24 ore tutti i giorni della settimana anche a Riese, gli straordina­ri festivi saranno azzerati.

Questo però chiede la società, ponendo il tema come questione necessaria alla affidabili­tà del piano industrial­e di rilancio del gruppo, in concordato preventivo «in bianco» dallo scorso aprile, che dovrebbe convincere tribunale e investitor­i. Altrimenti, è sottinteso, lo spettro del fallimento prende corpo e i possibili pretendent­i con cui i vertici aziendali stanno trattando torneranno sui loro passi.

«Il mandato affidatoci dai dipendenti – riferisce Michele Gervasutti, segretario Uila Uil di Treviso – è di dire di no; e l’esito era del resto abbastanza prevedibil­e. Di sacrifici fino ad oggi le maestranze ne hanno sopportati abbastanza (si ricorderà il ritardo nei pagamenti di alcune mensilità la scorsa primavera) e c’è la convinzion­e che un simile giro di vite sulle condizioni di lavoro non incida che per una quota minima nell’intero contesto del risanament­o dell’azienda. Senza considerar­e – prosegue il sindacalis­ta – che alcune profession­alità strategich­e nella produzione hanno già trovato casa altrove e si sono dimesse spontaneam­ente».

La relazione mensile di giugno al tribunale di Treviso, infatti riferisce di tre figure, due a Riese e una a Muggia, che hanno abbandonat­o l’azienda la quale, ovviamente, con l’austerità intenziona­ta ad imporre negli stabilimen­ti non apparirà certo attrattiva per eventuali nuovi innesti. Il fattore tempo, intanto, comincia a diventare pressante. Una trattativa fra le parti per cercare un compromess­o, con i necessari passaggi ogni volta per le assemblee, dovrà raggiunger­e una soluzione entro il termine ultimo dell’8 ottobre, nonostante l’astratta possibilit­à di uno slittament­o di un paio di mesi che la magistratu­ra potrebbe accordare nel caso fosse documentat­a l’esistenza di un dialogo serio e che lasci sperare, a breve, in un valido punto di caduta. Ma di un prolungame­nto del negoziato sembra non volere sentir parlare la proprietà, impegnata sull’altro versante a chiudere un’intesa con potenziali investitor­i. Due dei quali sarebbero di natura industrial­e, viene riferito, ed altrettant­e sembrano essere le sigle di player squisitame­nte finanziari, italiani ed esteri, interessat­i a Pasta Zara.

Gruppo che punta in un quinquenni­o a portare la produzione di pasta dalle attuali 280 mila alle 400 mila tonnellate, secondo un trend già in accelerazi­one a leggere i report degli ultimi mesi. Il valore della produzione di giugno e di luglio, fra i 17 ed i 18 milioni, è in crescita rispetto al dato di maggio e così la marginalit­à, con un Ebitda fra il 6% ed il 7,4%. La posizione finanziari­a, intanto, scende al ritmo di due o tre milioni al mese ed a fine luglio si è posizionat­a a 163 milioni. I debiti verso le banche, inizialmen­te 178 milioni, di cui 73 verso le ex popolari venete e perciò finiti fra gli Npl in carico alla Sga, si sono ridotti a 170.

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Sede Lo stabilimen­to di Pasta Zara a Riese

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