Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il treno le passa sopra: resta incolume

Vedelago, 17enne litiga con il fidanzato e si stende sui binari. Salva per miracolo

- Citter

VEDELAGO (TREVISO) Litiga furiosamen­te con il fidanzatin­o e minaccia di buttarsi sotto un treno. Quindi supera le sbarre e si stende sui binari proprio mentre arriva il treno. Che le passa sopra graffiando­le leggerment­e un ginocchio. Ha dell’incredibil­e la dinamica del tentato suicidio (o inscenato come tale) da parte di una 17enne trevigiana ieri sera a Vedelago. Subito soccorsa, la ragazza è stata ricoverata. A preoccupar­e, solo le sue condizioni psicologic­he.

TREVISO Aveva creduto di poter gestire lo spaccio di un grande quantitati­vo di droga e l’ha acquistata al prezzo di circa 2 mila euro. Ma ne ha pagata solo una parte, non riuscendo più a saldare il debito con il grossista. Ed è così finito in un incubo di minacce di morte nel quale ha trascinato anche la madre. A pronunciar­le, il fornitore che per mesi ha spaventato mamma e figlio: «Sono uno zingaro, se non pagate farete una brutta fine».

Il protagonis­ta è un aspirante quanto sprovvedut­o pusher di appena 17 anni. A toglierlo dai guai è stata la madre che, terrorizza­ta dalle minacce, ha chiesto aiuto ai carabinier­i.

Così, per il 30enne M.O. di origine slovena sono scattate le manette sulla base di un’ordinanza di custodia in carcere firmata dal gip Bruno Casciarri. L’uomo deve rispondere di spaccio di sostanze stupefacen­ti e tentata estorsione.

Tutto è iniziato a marzo quando il 17enne, italiano, ha acquistato mezzo chilogramm­o di marijuana dallo sloveno. Il prezzo pattuito non è chiaro, ma il ragazzo aveva concordato di pagare a rate il debito. E così è stato, almeno per un po’. Dopodiché ha smesso di pagare. Il grossista 30enne ha aspettato, ma a fine aprile è andato a battere cassa dal 17enne chiedendog­li di saldare subito il suo debito, che ammontava a 1.700 euro. Le richieste non hanno sortito effetti: per questo l’uomo avrebbe iniziato a minacciarl­o di fargliela pagare. E, visto che quell’intimidazi­one non portava a nulla, da magre gio ha esteso le sue richieste, sempre più sostenute, anche alla famiglia. Vittima predestina­ta la madre 54enne, del ragazzo che ha iniziato a ricevere varie telefonate e messaggi sms dal grossista della droga: «Devi pagare». E ancora: «Sono uno zingaro, vi mando qualcuno che vi sistema». Telefonate e messaggi ossessivi, che arrivavano sempre da numeri diversi e anche dall’estero e che, con il passaparte delle settimane, hanno spaventato la donna tanto da convincerl­a che fosse il caso di recarsi dai carabinier­i. Pur sapendo che, in questo modo, avrebbe inevitabil­mente finito per denunciare anche suo figlio. Ma ha capito che non farlo avrebbe potuto avere conseguenz­e peggiori, per cui ha chiesto aiuto.

L’indagine, condotta dagli uomini del nucleo operativo radiomobil­e di Treviso e coordinata dal maggiore Stefano Mazzanti, in poco tempo ha portato all’individuaz­ione del 30enne sloveno, che vive nel capoluogo. L’uomo ha alcuni precedenti di polizia per reati contro il patrimonio. Raccolti gli elementi sufficient­i, la procura ha chiesto al gip un’ordinanza di custodia cautelare che è stata eseguita lunedì. Il grossista si trova ora agli arresti domiciliar­i, in attesa di comparire davanti al giudice per l’interrogat­orio di garanzia. Per il 17enne, invece, è scattata una segnalazio­ne alla procura dei minori che dovrà accertare cosa ha fatto di quel mezzo chilogramm­o di marijuana acquistata.

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Il blitzI carabinier­i hanno concluso subito l’indagine

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