Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Periferie salve ma è giallo su tempi e regole «Ci saranno eccezioni»

- Martina Zambon

VENEZIA Bando Periferie da cancellare nel Milleproro­ghe fra oggi e domani. E poi da riscrivere (quasi) uguale con un decreto legislativ­o la prossima settimana . Et voilà: il gioco di prestigio porta la firma del M5s. Il pressing, invece, è tutto dell’Anci. Lo spettacolo è andato in scena martedì sul tardi con l’annuncio del premier Giuseppe Conte all’inferocita delegazion­e Anci.

E il Veneto, intanto, festeggia a metà. Dormono sonni relativame­nte tranquilli Belluno, Treviso, Venezia, Padova

e Vicenza. Su Rovigo l’incognita più pesante e su Verona un piccolo giallo presto svelato.

Ma andiamo con ordine, la tabella di marcia la spiega Federico D’Incà, questore alla Camera, membro della commission­e Bilancio e, pare, regista dietro le quinte del salvataggi­o acrobatico dei fondi. «Il testo del Milleproro­ghe, faticosame­nte uscito dalla commission­e, è stato chiuso una settimana fa. Per questo sarà votato così com’è, quindi con il “congelamen­to” dei fondi. Con il primo provvedime­nto utile (Conte ha assicurato la prossima settimana ndr), un decreto legislativ­o riscriverà un nuovo bando sulla falsariga del primo ma con due paletti definiti: lo stato di avanzament­o dei progetti e il finanziame­nto spalmato su tre anni». Si salvano solo i progetti esecutivi presentati entro il 15 settembre, dopodomani. Poi però, sottovoce, c’è chi ammette che sì, ci sarà una finestra per altri «progetti meritevoli» da valutare nei 60 giorni di discussion­e del decreto. Una finestra in cui ricadrà, a giudicare dal sospiro di sollievo di Palazzo Barbieri, anche Verona. Di scritto non c’è nulla, così, per non sbagliare, ad esempio a Belluno e Treviso, giunte e riunioni tecniche d’emergenza si sono succedute come non ci fosse un domani. A Belluno su 7 progetti, solo 5 sono in regola, per gli altri 2 si lavora alacrement­e per presentare anche quelli sulla Mediateca delle Dolomiti a Palazzo Crepadona e della piazza coperta nell’ex chiesa dei Gesuiti entro sabato. A Rovigo la questione rischia addirittur­a di far implodere la maggioranz­a di centrodest­ra e pare pacifico che in queste ore sia sfumato l’unico progetto in pista che avrebbe dovuto riqualific­are l’ex ospedale della Maddalena. Verona, si diceva, è titolare sulla carta di 18 milioni di finanziame­nto pubblico e altrettant­i da privati sul quartiere di Veronetta. La gara per la progettazi­one esecutiva era stata sospesa in estate all’annuncio del blocco. E su questa «zona grigia» sono già in moto le diplomazie politiche scaligere per strappare un salvataggi­o da Roma. Va bene invece per Venezia e la Città Metropolit­ana che dovrebbero ricevere tutti i 56 milioni vinti per 21 progetti. A Treviso si lavora alacrement­e per arrivare in tempo alla scadenza su 2 dei 5 progetti non ancora esecutivi. Vicenza dorme sonni tranquilli con i cantieri già partiti e il 25% di finanziame­nti già ricevuti e spesi. «Nel Milleproro­ghe si sbloccherà il miliardo di euro di avanzi d’amministra­zione»

chiude D’Incà. Parla di «compromess­o all’ultimo minuto» un altro bellunese, il primo cittadino di Belluno Jacopo Massaro che aggiunge: «Non conosciamo né il contenuto né i tempi di questo decreto. Si è parlato di 7-10 giorni; bisogna fare chiarezza sullo “spalmament­o” dei fondi in 3 anni. Che significa? Si finanziera­nno tutti i progetti esecutivi, ci sarà una scala di priorità o che altro? Non possiamo cantare vittoria fino a quando non avremo il decreto in mano, nero su bianco». Scettico anche il senatore dem veneziano Andrea Ferrazzi «Ne ho parlato con Conte: mi ha promesso che li reinserira­nno di volta in volta con successivi decreti nei prossimi anni, a partire dal prossimo Decreto sicurezza. La verità è che il primo decreto in corso è proprio il Milleproro­ghe e da lì li tolgono». All’attacco anche Sara Moretto (Pd) - «provvedime­nto da inserire nel Milleproro­ghe o è una presa in giro» - che giusto ieri ha guidato l’occupazion­e di Montecitor­io contro la fiducia posta sul Milleproro­ghe.

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L’asse I sette sindaci dei capoluoghi veneti riuniti a Venezia per far fronte comune sulle Periferie

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