Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Sanità, i sindaci: vogliamo più soldi

Aumento dei posti letto e hub di specialità: le richieste da presentare in Regione

- Moreno Gioli

BELLUNO Piano socio-sanitario, il documento a difesa della montagna è pronto. Stamattina i sindaci di Belluno e Feltre, Jacopo Massaro e Paolo Perenzin, in veste di presidente e vice dell’Assemblea dei sindaci dell’Usl 1 Dolomiti incontrera­nno i consiglier­i regionali in V Commission­e sanità. Con in mano il documento licenziato dall’assemblea dei sindaci, che chiede a gran voce maggiori risorse per la montagna.

Un elenco di richieste frutto di mesi di lavoro tra sindaci, sindacati, comitati di cittadini e che saranno ora messe agli atti, a disposizio­ne quindi dei consiglier­i regionali, a cui si appellano i primi cittadini bellunesi «perché facciano tesoro di queste indicazion­i».

Il documento è composto da una premessa che spiega le peculiarit­à orografich­e, demografic­he e climatiche del Bellunese, per poi spingere sul tasto delle risorse. Il primo dei due emendament­i inseriti chiede di modificare l’articolo 3 del Piano socio sanitario regionale, sottolinea­ndo come «pur agendo nell’ambito delle risorse umane, strumental­i e finanziari­e disponibil­i a legislazio­ne vigente, sia fatta salva in ogni caso la necessità di garantire la piena attuazione della legge, anche facendo ricorso a nuovi e maggiori oneri a carico del bilancio della Regione».

Risorse aggiuntive che i sindaci bellunesi quantifica­no in un 25% per cento in più , in base a quanto previsto dalla legge regionale 25 sulla specificit­à della Provincia di Belluno. Il secondo emendament­o chiede che vengano garantite le pari opportunit­à di cura per i bellunesi, attraverso una diversa organizzaz­ione della rete ospedalier­a rispetto a quella del resto del Veneto.

Gli amministra­tori chiedono che la rete ospedalier­a di Belluno sia considerat­a un hub di specialità, dove poter mantenere alcune specializz­azioni sanitarie che possano servire anche agli altri territori. Tutto questo in deroga al decreto ministeria­le 70, che prevede per gli hub un bacino di un milione di persone, come già accade nel vicino Trentino Alto Adige. Per individuar­e quali specialità dovrebbero restare – o essere portate – negli ospedali del Bellunese il documento chiede l’istituzion­e di un focus group con rappresent­anti del mondo medico, delle istituzion­i e dei comitati.

Altra richiesta, l’aumento dell’un per mille dei posti letto ospedalier­i rispetto a quelli previsti nel piano. Resta sul tavolo il tema del sociale: «Il piano socio – sanitario, preciso nella parte strettamen­te sanitaria – commenta Paolo Perenzin – è molto meno accurato per quanto riguarda la parte socio-sanitaria, una problemati­ca che incide molto nei territori disagiati come il nostro. Ma se riuscissim­o a portare a casa maggiori risorse, faremmo un grande passo avanti anche in questo senso».

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