Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
A Spresiano nasce il velodromo
Via alla costruzione dell’impianto atteso da decenni Giorgetti: un giorno storico. Malagò: colmato un vuoto
Posa della prima pietra, ieri, a Spresiano, provincia di Treviso, del velodromo «più grande d’Italia». Ventotto milioni in project financing da ultimare entro gennaio 2020. Oltre seimila i posti coperti per un’area complessiva di 85mila metri quadrati.
SPRESIANO A memoria dei trevigiani, si tratterebbe della terza «posa della prima pietra» per il velodromo di Spresiano da metà anni ‘80 a oggi. E, però, pare proprio sarà la volta buona per quello che è già definito «il velodromo più grande d’Italia».
Alla cerimonia, ieri, nell’area che è già un cantiere (i lavori sono partiti a luglio) e che si allunga fra l’A27 e il maxi ecocentro di Contarina, c’era un parterre de roi per lo sport italiano: il presidente del Coni Giovanni Malagò, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti, il governatore Luca Zaia e il presidente della Federazione ciclistica italiana, Renato Di Rocco. Non mancava, naturalmente, la componente finanziaria, visto che si tratta di un project financing da 28 milioni, con il presidente del Credito Sportivo italiano Andrea Abodi e Massimo Pessina, Presidente delle Pessina Costruzioni, azienda che realizzerà il velodromo e lo gestirà per i prossimi 50 anni.
Articolata la scaletta degli interventi che hanno preceduto la cerimonia così come, del resto, è stata articolata, per non dire travagliata la storia del velodromo. Il complesso sportivo avrà una capacità di oltre 6.000 posti a sedere per poter ospitare manifestazioni internazionali, Campionati del Mondo e Olimpiadi. I lavori, spesso procrastinati negli ultimi decenni, dovrebbero concludersi in diciotto mesi che si aggiungono ai nove dedicati alla progettazione. In base alla convenzione-concessione, quindi, il taglio del nastro dovrebbe essere in calendario entro gennaio 2020, in tempo per la preparazione delle Olimpiadi di Tokyo nell’estate dello stesso anno.
Giorgetti ha messo in chiaro che per lui non è una «prima pietra» come un’altra visto che, in passato, da presidente della commissione Bilancio, se n’era già occupato: «Questa è un’opera che abbiamo voluto fortemente da tantissimi anni. Dopo tante vicissitudini siamo riusciti ad arrivare a questa giornata storica per il ciclismo italiano e per il Veneto, terra d’eccellenza per questo sport. Mi prenoto già per l’inaugurazione, dopo averlo visto nascere, quando era solo un semplice emendamento presentato dai deputati veneti nelle varie sessioni di bilancio che ho seguito negli anni». Non nasconde l’entusiasmo Zaia: «Questa terra sta aspettando da decenni il velodromo. Un punto di partenza per tutti i ciclisti e gli appassionati di questo sport. Noi siamo la Regione che ha più iscritti in Italia. E qui ci sono tutte le condizioni per realizzare un’opera di eccellenza, pronta ad ospitare i Mondiali e le Olimpiadi». Come dire, dopo i Mondiali di Sci di Cortina 2021 e la speranza per i Giochi invernali del 2026, il Veneto gioca sempre più sportivo. Con la benedizione di Malagò: «In Italia abbiamo un disperato bisogno di impianti. Per avere dei campioni a livello mondiale servono gli impianti».
L’area, di proprietà della ditta Mosole Spa, ha una superficie di 89.236 mq. Il concessionario dovrà concedere l’uso gratuito dell’impianto alla Federazione Ciclistica italiana per un periodo di 150 giorni l’anno, garantendo la presenza del personale e dei servizi necessari per l’utilizzazione. E per chi si chiedesse se Spresiano non sia una location troppo decentrata per un velodromo di primo livello, la risposta è nel casello della futura Pedemontana previsto a 500 metri dalla struttura.