Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
E adesso rischia il crollo anche il Ponte di Bassano
Sprofonda un pilone: sette millimetri in un mese. Pronti lavori di somma urgenza, ma non si trova un’impresa
Certezze non ce ne sono. Pericoli sì. E anche gravi. Se il Comune di Bassano ha approvato una delibera che mette nero su bianco un’espressione che, dopo Genova, fa paura: «Per scongiurare il crollo del Ponte».
BASSANO (VICENZA) Certezze non ce ne sono. Pericoli sì. E anche gravi. Se il Comune di Bassano, che con orgoglio convive col Ponte vecchio — distrutto e ricostruito tre volte — da almeno cinque secoli, il 13 settembre ha approvato una delibera che verbalizza le paure di molti sulla tenuta dell’infrastruttura ed è arrivato a mettere nero su bianco due espressioni che, dopo il disastro di Genova, mettono tutti sul chi vive: «possibili chiusure» e «per scongiurare il crollo» del Ponte.
Lo spettro che la giunta guidata dal sindaco Riccardo Poletto agita, si sostanzia con l’arrivo imminente di novembre: tradizionalmente il mese più carico di pioggia dell’anno e quello in cui i mancati lavori di consolidamento — che dovevano essere eseguiti dall’impresa Vardanega — rende la situazione dell’infrastruttura preoccupante.
Va detto che il Ponte è costantemente monitorato: sei sensori controllano i movimenti dell’infrastruttura; se ci sono movimenti che superano i limiti impostati, i sensori inviano in automatico gli allarmi a cinque telefoni reperibili, fanno scattare due semafori rossi e un allarme sonoro sul ponte. Ma il controllo non basta. Per quello l’ingegner Gianmaria De Stavola ha predisposto un piano d’interventi da 325mila euro (soggetto a ribasso d’asta) per lavori di «somma urgenza».
Il Ponte è aperto e transitabile, seppure in maniera ridotta, ma la stilata 3 (una delle colonne in legno a sostegno del ponte) — che negli ultimi due anni era calata di 9 millimetri — nel solo ultimo mese è calata di 7 millimetri. «Questo elemento — spiega l’assessore Roberto Campagnolo — unito all’avvicinarsi del mese delle piogge, novembre, ci ha fatto allertare e prendere la decisione di disporre i lavori di messa in sicurezza. Potrebbe non succedere nulla come l’anno scorso, ma se arriva una piena importante dobbiamo essere pronti. Gli strumenti e i segnali ci dicono che serve un intervento. Anche se non è detto che questo sia possibile».
Nella lunga storia del Ponte vecchio di Bassano c’è infatti anche questo: i lavori si devono fare, ma non è detto che si possano fare. «Primo perché il Brenta ti fa entrare quando vuole lui — spiega ancora l’assessore — abbiamo una finestra temporale ristretta, di cinque settimane. Secondo perché non è facile trovare chi li faccia in alveo (dentro il fiume, ndr) e in così poco tempo. E non è percorribile nemmeno la soluzione che sia la Inco – l’impresa che è subentrata a Vardanega nei lavori di consolidamento, ndr – a farli, perché la Inco non ha i sub e dovrebbe a sua volta subappaltarli: solo di carte ci vorrebbe un mese e mezzo e noi non abbiamo tutto questo tempo».
In Comune, insomma, devono fare i conti anche con l’eventualità che questi lavori di «somma urgenza», seppure sommamente urgenti, non si riescano a fare. E a quel punto si dovrebbero trovare altre soluzioni: «Magari non raggiungiamo il 100% di sicurezza, ma l’80 — spiega ancora l’assessore —. Si può puntellare il ponte in un altro modo. Non che la situazione non sia preoccupante: non c’è nessuno in grado di garantirci nulla, ma in caso di problemi, abbiamo una procedura che ci consente con sufficiente garanzia di chiudere il Ponte se vi sono problemi di piena. Ricordiamo che è un ponte in legno: non può avere un cedimento strutturale da un momento all’altro.
E che oltre a essere un oggetto, è una via di passaggio pedonale della città: il progetto di restauro prevedeva che restasse chiuso poco tempo. Ora siamo in una fase di limbo di un paio di mesi e non possiamo permettercela. Le immagini di Genova sono negli occhi di tutti, ma se penso a come ci siamo occupati del Ponte in questi anni, il livello di attenzione da parte nostra è altissimo ma il Ponte era debolissimo già quattro anni fa quando siamo arrivati al governo della città e in questi anni non si è aggiustato da solo, anzi è peggiorato. E’ già bravo a resistere. E la nostra attenzione deve rimanere alta».
La giunta si è data come tempo massimo la prossima settimana per decidere: dopo sarebbe troppo tardi perché non ci sarebbe più la finestra temporale necessaria per intervenire. E intanto la città attraversa il ponte guardando con ansia i giorni che passano.