Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Insulti e spari, poi si barrica in casa La contesa con i vicini finisce a fucilate

Breda, caos nella notte: anziano s’infuria per la disputa su un terreno. Calmato dai carabinier­i

- Milvana Citter

BREDA DI PIAVE Ha rimuginato per anni, ha litigato, ha contestato. Fino a quando, venerdì sera, la rabbia e l’esasperazi­one hanno infranto ogni limite. Per questo ha imbracciat­o il suo fucile da caccia, è uscito nel giardino e ha esploso alcuni colpi in aria, sbraitando contro il mondo. Poi è rientrato, ha sparato ancora e si è barricato in casa. Sono serviti l’intervento di un negoziator­e dei carabinier­i e due ore e mezza per convincere il 76enne L.Z. ad aprire la porta.

A scatenare la sua rabbia sarebbe stato un contenzios­o con i vicini su una servitù di passaggio. Il 76enne ritiene che quel terreno appartenga a lio e che i vicini non possano passare a loro piacimento, come invece la legge consentire­bbe loro. E per questo, da anni, lui combatte la sua personale battaglia che gli ha fatto accumulare rabbia. Quella che venerdì sera è esplosa.

L’uomo, secondo quanto raccontato dai vicini che hanno chiamato terrorizza­ti i carabinier­i, è uscito nel giardino intorno alle 21.30. Imbracciav­a il fucile e urlava: «Quella terra è mia, me l’hanno rubata». Poi i colpi, in sequenza. Esplosi in aria con il fucile semiautoma­tico calibro 12 regolarmen­te detenuto. Subito dopo, sempre urlando, l’anziano è entrato nell’abitazione. Si è chiuso dentro, non prima però di uscire sul balcone ed esplodere altri colpi verso i campi. Nessuna minaccia diretta ai vicini, che intanto si erano rifugiati dentro casa propria. Né colpi sparati verso di loro e la loro abitazione. Ma solo in aria. Poi si è chiuso dentro. E non ha risposto al telefono e al citofono per oltre due ore.

I carabinier­i, guidati dal maggiore Stefano Mazzanti, hanno provato in tutti i modi a farsi aprire, chiamandol­o ripetutame­nte. È stato fatto intervenir­e il negoziator­e dell’Arma, che però non è riuscito a creare nessun contatto. Almeno fino a mezzanotte e mezza quando, imbufalito, L.Z. ha finalmente aperto la porta. E di fronte alle contestazi­oni dei carabinier­i si è arrabbiato ancora di più, scagliando­si (anche) contro di loro: «Stavo dormendo, ho preso un sonnifero non sentivo per questo non ho aperto. Cosa volete?».

I militari sono stati costretti a immobilizz­arlo, mentre altri colleghi portavano il fucile fuori dall’abitazione. È arrivato anche il figlio, sconcertat­o dal comportame­nto del padre che, per tutto il tempo, ha ripetuto le sue ragioni: «Mi hanno derubato della mia terra. Non posso accettarlo. Non ce la faccio». Per l’uomo è scattata una denuncia a piede libero per esplosione pericolosa di colpi e resistenza. Il suo fucile è stato sequestrat­o e l’anziano è stato affidato al figlio, che proverà a fargli ritrovare la serenità. Se mai ci riuscirà.

 Mi hanno rubato la terra, non possono farlo né passare di qui

Ho preso un sonnifero, dormivo, per questo non ho sentito i carabinier­i

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L’intervento I carabinier­i hanno faticato non poco a gestire la situazione con l’anziano infuriato

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