Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Rame, 150 chili spariti dall’azienda A razziarli uno degli operai infedeli
La scoperta dei titolari della Zetaesse, dopo l’ultimo inventario
VEDELAGO Da qualche tempo i titolari si erano accorti che dall’azienda erano spariti 150 chilogrammi di rame. E per questo, quando hanno effettuato tutti i controlli hanno avuto certezza che non si trattava di un errore di inventario.
I titolari della Zetaesse, azienda che produce tubi di rame in via Vicenza a Vedelago, hanno sporto denuncia ai carabinieri che hanno avviato un’indagine. E si è così rapidamente scoperto che ha razziare «l’oro rosso» era uno dei dipendenti, D.L. 43enne di Riese Pio X. E che lo faceva quotidianamente, prelevando piccole quantità di materiale. Il furto non era stato commesso in una sola volta, il materiale era sparito in piccole quantità e per questo i sospetti sono caduti su chi aveva facile e frequente accesso in azienda.
In particolare su alcuni operai e su persone che gravitavano nello stabilimento, che sono stati subito messi sotto controllo dai militari. Appostamenti e controlli che, martedì sera hanno dato i frutti sperati. Alle 22.30 alla fine del turno, infatti, uno degli operai sui quali si erano concentrate le attenzioni degli investigatori, è uscito dal capannone della fabbrica portando sulle spalle uno zaino particolarmente voluminoso. L’uomo si comportava in modo sospetto, controllando se qualcuno dei colleghi lo stesse osservando e cercando di allontanarsi rapidamente.
I militari, guidati dal capitano Alessandro Albiero, hanno deciso di intervenire, lo hanno bloccato e gli hanno chiesto di aprire lo zaino. All’interno c’erano delle matasse di rame, per un peso di circa 4 chilogrammi. Subito è scattata la perquisizione dell’abitazione, dove i carabinieri hanno trovato altri 11 chilogrammi di materiale. P
er l’uomo, che ha qualche precedente di polizia, è scattato l’arresto in flagranza di reato con l’accusa di furto. Dopo una notte in camera di sicurezza, ieri mattina difeso dall’avvocato Luca Dorella, il 43enne è comparso davanti al giudice che ha convalidato l’arresto e ne ha disposto la custodia agli arresti domiciliari, in attesa del processo per direttissima fissato per ottobre.
Al momento gli viene contestato solo il furto di 15 chili di rame, ma il sospetto degli inquirenti è che sia stato lui a rubare anche i 150 chilogrammi che già mancavano all’appello. Per questo l’indagine continua e la posizione del 43enne potrebbe aggravarsi.