Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Giugno nero per il lavoro, persi 4.500 posti. La Cisl: «Le misure del governo hanno colpito i precari»
TREVISO A Treviso l’occupazione torna ai livelli pre-crisi, ma frena bruscamente (e inaspettatamente) a giugno. È ciò che emerge dal rapporto della Cisl di Belluno e Treviso e relativo al secondo trimestre del 2018. Che neutralizza un maggio record, quando sono state raggiunte 5.755 unità in più rispetto al 2008, «anno zero» della crisi. Tuttavia nell’arco di un mese si è verificata una variazione poco confortante, con una riduzione di 4.480 unità. Effetti dovuti anche alla chiusura dei contratti a termine degli insegnanti, ma principalmente al crollo dei contratti a tempo determinato o a chiamata. Cinzia Bonan, segretario della Cisl di Belluno e Treviso, riconduce il tutto alle misure annunciate dal nuovo governo: «Hanno colpito il mercato del lavoro laddove è più fragile, fra contratti a termine e atipici la Marca ha perso 2.575 posizioni rispetto allo stesso periodo del 2017. Ne ha guadagnate però - rimarca Bonan un migliaio a tempo indeterminato».
Crescita, quest’ultima, dovuta soprattutto agli sgravi fiscali previsti per le aziende e stabiliti dalla Legge di bilancio del governo Gentiloni, che ha portato a un aumento dell’occupazione per i lavoratori under 30. Più contratti a tempo indeterminato o di apprendistato, quindi, segno che le imprese vogliono investire sulle nuove leve. Ciò ha provocato però, l’espulsione dal mercato del lavoro di molti precari, in misura maggiore donne e over 50. Bonan vede comunque il bicchiere mezzo pieno, ma non mancano le difficoltà. «Solamente il settore agricolo e delle costruzioni sono in robusta ripresa, mentre il settore industriale cresce lentamente, così come quello terziario; stiamo lavorando per ricercare nuove forme di tutela per i disoccupati e per le imprese, col supporto della Regione e del governo».