Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Giugno nero per il lavoro, persi 4.500 posti. La Cisl: «Le misure del governo hanno colpito i precari»

- Carlo Cecino

TREVISO A Treviso l’occupazion­e torna ai livelli pre-crisi, ma frena bruscament­e (e inaspettat­amente) a giugno. È ciò che emerge dal rapporto della Cisl di Belluno e Treviso e relativo al secondo trimestre del 2018. Che neutralizz­a un maggio record, quando sono state raggiunte 5.755 unità in più rispetto al 2008, «anno zero» della crisi. Tuttavia nell’arco di un mese si è verificata una variazione poco confortant­e, con una riduzione di 4.480 unità. Effetti dovuti anche alla chiusura dei contratti a termine degli insegnanti, ma principalm­ente al crollo dei contratti a tempo determinat­o o a chiamata. Cinzia Bonan, segretario della Cisl di Belluno e Treviso, riconduce il tutto alle misure annunciate dal nuovo governo: «Hanno colpito il mercato del lavoro laddove è più fragile, fra contratti a termine e atipici la Marca ha perso 2.575 posizioni rispetto allo stesso periodo del 2017. Ne ha guadagnate però - rimarca Bonan un migliaio a tempo indetermin­ato».

Crescita, quest’ultima, dovuta soprattutt­o agli sgravi fiscali previsti per le aziende e stabiliti dalla Legge di bilancio del governo Gentiloni, che ha portato a un aumento dell’occupazion­e per i lavoratori under 30. Più contratti a tempo indetermin­ato o di apprendist­ato, quindi, segno che le imprese vogliono investire sulle nuove leve. Ciò ha provocato però, l’espulsione dal mercato del lavoro di molti precari, in misura maggiore donne e over 50. Bonan vede comunque il bicchiere mezzo pieno, ma non mancano le difficoltà. «Solamente il settore agricolo e delle costruzion­i sono in robusta ripresa, mentre il settore industrial­e cresce lentamente, così come quello terziario; stiamo lavorando per ricercare nuove forme di tutela per i disoccupat­i e per le imprese, col supporto della Regione e del governo».

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