Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Trentini compatti «Difenderemo il confine storico ma collaboriamo»
Il sindaco di Canazei: veneti indietro anni luce facciamo rete, possono solo guadagnarci
TRENTO «Difenderemo la Marmolada trentina». Su questo, sono tutti d’accordo. Fugatti, Tonini e anche il sindaco di Canazei Parmesani. Tutti parlano anche di un’intesa da trovare con il Veneto per non scivolare verso un inutile conflitto. Solo il primo cittadino, però, indica una strada possibile: fare rete sul fronte turistico, promozione compresa.
Maurizio Fugatti, candidato presidente del centrodestra, ad oggi quello con più probabilità di diventare governatore, confida nel canale preferenziale con Zaia, da leghista a leghista: «Sono sicuro che il fatto di avere due presidenti dello stesso colore politico ci aiuterà a trovare finalmente un accomodamento per questa disputa infinita». Ciò che Fugatti non dice, almeno non ancora, è cosa potrebbe concedere il Trentino. «Il consiglio veneto ha il diritto di fare ciò che vuole, ma io difenderò il diritto dei trentini, che va tutelato trovando un accordo su quelle che sono le istanze venete».
Il candidato presidente del centrosinistra, Giorgio Tonini, guarda con un certo scetticismo al deliberato dell’assemblea veneta. «Se loro faranno di tutto perché la Marmolada torni veneta, è evidente che noi faremo di tutto perché resti trentina». Poi l’ex senatore del Pd cita l’episodio del Primo libro dei Re in cui Salomone è chiamato a decidere a quale di due sedicenti madri appartenga un bambino conteso e ordina di tagliare in due l’infante. «Come tutti ricordano, la vera madre, quella cui Salomone consegnerà il bambino, è quella che preferisce perdere il figlio che vederlo ucciso». Facile il senso della parabola biblica: «Noi siamo aperti ad ogni collaborazione possibile con il Veneto perché la montagna viva, perché la sua storia e il suo ghiacciaio possano essere salvaguardati. Questi — conclude Tonini — sono gli obiettivi di chi ama davvero la Marmolada».
Più combattivo il sindaco di Canazei, Silvano Parmesani, ma la conclusione non è molto differente. «Non capisco cosa sperino di ottenere i consiglieri veneti con questo siparietto, da cui peraltro diverse forze politiche hanno preso le distanze. Nemmeno capisco cosa voglia dire Fugatti quando sostiene che lui troverà più facilmente un accordo con Zaia. La decisione è stata presa e non sarà più modificata: quello era, è e sarà il confine. Piuttosto — continua il primo cittadino — collaboriamo, ne abbiamo tutti da guadagnare. Il sindaco di Rocca ha detto che faranno le barricate contro di noi. Spero di aver capito male, spero parlasse di grappe barricate. Con tutto il rispetto: sono indietro anni luce in termini turistici, avrebbero solo da guadagnare a fare rete con noi e non parlo solo di impianti, parlo di promozione turistica, di accoglienza, di trasporti pubblici. Se noi trentini e i nostri vicini altoatesini — continua Parmesani — avessimo eretto tra noi barricate, oggi non avremmo sulle Dolomiti caroselli tra i più famosi e visitati al mondo. Agli amici dei Comuni veneti dico che, oggi, i nostri concorrenti si chiamano Francia, Svizzera, Canada. O pensiamo di ottenere qualcosa dalla lotta tra Canazei e Rocca? Ma per piacere».
A guardarsi indietro «non senza una certa tristezza» è Lorenzo Dellai, autore, insieme a Giancarlo Galan, dell’accordo del 2002 cancellato dall’Agenzia del Territorio. «Parliamo di un’epoca diversa, in cui le ragioni di un’intesa tra Trentino e Veneto avevano avuto la meglio su altre considerazioni. Un accordo, mi preme ricordarlo, che aveva avuto il via libera dei Comuni interessati. La questione andava un po’ oltre i cippi di confine e investiva l’opportunità, direi la necessità di valorizzare la Regina delle Dolomiti negli anni in cui si cominciava a ragionare delle Dolomiti Patrimonio dell’Umanità, un riconoscimento come sappiamo che poi è arrivato. L’obiettivo che ci eravamo dati — continua l’ex governatore — era quello di superare sterili contrapposizioni e lavorare insieme. Purtroppo di quel disegno complessivo è rimasta solo la disfida sui cippi di confine. È stato abbattuto il muro di Berlino, io credo che si potrà abbattere anche la questione su dove far passare il confine, a patto che si comprenda l’utilità collettiva di lavorare insieme. Da ultimo aggiungo che, attualmente, la Provincia autonoma ha forse alcune priorità più urgenti che la guerra per la vetta della Marmolada».