Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Ora possiamo rilanciare Safilo Con Lvmh discussione aperta»
Parla l’Ad Trocchia: un piano in tre punti per gli stabilimenti italiani
PADOVA «La cosa importante è che ora siamo nelle condizioni di far ripartire Safilo». È al Silmo di Parigi, il salone i riferimento per il settore, Angelo Trocchia, dalla primavera amministratore delegato di Safilo, secondo produttore veneto di occhiali nelle mani del fondo olandese Hal. E cerca di guardare il bicchiere mezzo pieno, dopo due giorni durissimi in Borsa: -17% l’altro ieri, un altro -9,8% ieri, con il titolo caduto fino a 2,11 euro, dopo l’annuncio dell’aumento di capitale da 150 milioni che Hal è disposto a sottoscrivere a un prezzo non superiore a 1,5 euro. E il valore di Borsa della società è di 151 milioni; lo stesso dell’aumento di capitale. Ma il manager guarda invece al valore della manovra: «È un passaggio fondamentale per mettere Safilo nelle condizioni di eseguire il piano industriale approvato il 3 agosto. Manteniamo i livelli di indebitamento e rafforziamo la struttura patrimoniale. La volontà chiara è di riportare Safilo dove merita».
L’aumento da 150 milioni è stata una richiesta delle banche? Del tipo: io ci credo se anche l’azionista ci crede?
«No, non è stato questo il tema. C’è stata una discussione costruttiva e le banche hanno sposato un piano industriale che vede Safilo tornare a crescere in modo ragionevole e migliorare i margini. In parallelo abbiamo lavorato in maniera importante con il socio di riferimento Hal che ha ribadito la fiducia in Safilo e parteciperà attivamente all’aumento».
Quindi sulla restituzione del bond siamo tranquilli?
«Sì, dal punto di vista finanziario e patrimoniale siamo del tutto tranquilli. Certo, ora dobbiamo lavorare».
Nella nota di mercoledì dite in sostanza che non si esce dalla Borsa e che Hal non dovrà lanciare Opa. Ma i fondi sostengono l’aumento di capitale? Il rischio è quello di un’Opa di fatto...
«In questi giorni ci stiamo confrontando anche con gli altri investitori. Un confronto aperto e di sostanza sul piano. Poi dovranno decidere».
Il tema di fondo resta come rendere sostenibile il business Safilo. Nel 2020 terminerà il contratto con Gucci e c’è l’incognita di Dior e delle altre licenze Lvmh. In primavera disse che avrebbe aperto un dialogo serrato con Lvmh. A che punto sta? Scontato che le licenze se ne vadano verso Thelios?
«Capisco il tema, ma credo ci sia un’eccessiva ossessione su Lvmh. Riconfermo che abbiamo un canale aperto molto positivo. Stiamo lavorando molto bene sia sul mercato che nelle nostre relazioni. Ma da qui a dire che Dior esce o rimane... Oggi non sono nelle condizioni di dare una risposta. Dobbiamo mettere Dior nelle condizioni di scegliere grazie a risultati. Ma mi faccia dire una cosa». Prego.
«Ovvio che continueremo a lavorare con Lvmh, perché le licenze rimangano in Safilo. È la nostra priorità. Ma il mondo è più grande. Abbiamo due anni davanti: dobbiamo lavorare in modo impeccabile con Dior, ma anche concentrarci sul rendere Safilo più forte, pronta ai possibili scenari dal 2020. La priorità è che Safilo ricominci a crescere, ad avere la profittabilità dichiarata nel piano, a recuperare il vantaggio competitivo