Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
La telefonata che incastra i giostrai: «I soldi del furto per il funerale di Manuel»
L’intercettazione decisiva. La confessione e l’accusa al vigilante
VEDELAGO La corsa disperata della madre del complice al capezzale dello sconosciuto morente, e le telefonate per stringere il patto: «I soldi dell’ultimo colpo sono per il funerale di Manuel». Questi gli elementi che hanno incastrato Euclide Major, 37 anni, e Jody Garbin, 26, i giostrai finiti in cella con l’accusa di aver messo a segno sette assalti ai bancomat dal marzo all’aprile 2017. Il settimo colpo, la notte del 22 aprile, quando l’amico Manuel rimase ferito mortalmente dal colpo sparato dalla Glock calibro 9 del vigilante Massimo Zen.
I due sono finiti nella rete dei carabinieri del nucleo investigativo, guidati dal maggiore Giovanni Mura, fin dalle prime ore dopo il colpo, quando la notizia della sparatoria a Barcon di Vedelago cominciava a rimbalzare sui siti internet e per tutti Manuel Major era un «giostraio del quale non si conosce ancora l’identità». Proprio rincorrendo quella notizia, terrorizzata, la mamma di Euclide Major si era presentata in ospedale temendo che sul letto del reparto di neurochirurgia, in condizioni disperate, ci fosse il figlio 37enne. C’era invece il nipote. Ma quella corsa ha di fatto incastrato Euclide e il presunto complice. Perché è partendo da lui che gli investigatori, hanno ricomposto la banda che, quella notte, era con Manuel. Come? Tracciando i suoi spostamenti, intercettando le sue telefonate e le conversazioni con i parenti e il complice. Così sarebbe emersa anche la responsabilità di Jody Garbin, 26enne cognato di Manuel e noto come «l’artificiere», per la sua capacità nel preparare le marmotte esplosive per far saltare i dispositivi automatici. In quelle conversazioni si parlava anche di 13 mila euro: «Questi soldi sono per il funerale di Manuel. Gli spettano». Una somma precisa, 13 mila euro,