Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Razzie di gioielli, orologi e contanti Sgominata gang (familiare) di ladri rom

- Milvana Citter

La primavera scorsa avevano messo a segno razzie in Friuli, spostandos­i sempre a bordo della stessa auto. Grazie alla quale sono stati identifica­ti e, ora, arrestati per furto aggravato. In manette sono finiti tre nomadi, tutti dello stesso clan di etnia rom e imparentat­i tra loro: Marco Cavazza, 47 anni, Luis Cavazza, 40, di Ponte di Piave e Devis Cavazza, 44enne di San Michele al Tagliament­o. I tre sono stati arrestati sulla base di un’ordinanza del tribunale di Udine, dopo le indagini dei carabinier­i di Palmanova che contestano loro vari furti commessi ad Aquileia, Latisana, Palmanova, Gonars e Morsano al Tagliament­o. Bottino: gioielli in oro, orologi e denaro contante per svariate migliaia di euro. I tre sono ora reclusi nelle carceri di Treviso e Pordenone in attesa dell’interrogat­orio di garanzia. (m.cit.) coincident­e con quella rubata alla Banca Popolare di Vicenza di Fontane di Villorba. L’unico colpo andato a segno quella notte dopo che quello all’Unicredit di Carbonera era fallito, come l’ultimo alla Veneto Banca di Trevignano, da dove fuggivano quando incrociaro­no l’auto del «ranger» e la loro corsa finì con i colpi della Glock. Elementi importanti che, incrociati con gli altri dati tecnici, hanno consentito al magistrato di chiedere un ordine d’arresto per Euclide Major e Jody Garbin. Ma il gip Angelo Mascolo ha ritenuto gli «indizi di colpevolez­za non sufficient­i» e ha respinto l’ordinanza. La procura ha fatto appello al tribunale del Riesame che le ha dato ragione, così come la Corte di Cassazione alla quale si sono rivolti i legali dei due indagati, gli avvocati Ilaria Pempinella e Fabio Crea.

Mercoledì l’arresto di Euclide Maior che, subito, ha chiesto di essere sentito dal sostituto procurator­e Cama e ha confessato. Esattament­e come aveva fatto, nel maggio scorso - quando il suo ordine d’arresto era ancora nel limbo giudiziari­o - Garbin, che si è costituito venerdì. E se da un lato i due si sarebbero assunti la responsabi­lità dei colpi, dall’altro avrebbero reso dichiarazi­oni che, quanto meno, complicano la posizione di Massimo Zen, la guardia giurata difesa dall’avvocato Daniele Panico, indagato per omicidio volontario. Il 44enne, infatti, ha dichiarato di aver sparato contro i banditi che per primi avevano esploso dei colpi. Ma Major e Garbin hanno ribadito: «Non avevamo alcuna pistola. È stato lui a spararci addosso».

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