Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Un ufficio che guarda il sole
Vite americana a Nord, gelsomino a Mezzogiorno, vetri isolanti e altri ad assorbimento Alla Stiga di Castelfranco Veneto risparmiano energia. «In 10 anni recuperiamo l’investimento»
Non si parla, tuttavia, solo di questo. La scelta di montare lastre di vetro a bassissima «trasmittanza termica» (cioè molto isolanti) ed alto assorbimento di ultravioletti nelle facciate continue contribuisce a rendere passiva la struttura minimizzando il fabbisogno di energia elettrica e gas per la climatizzazione. E anche l’impianto termico è stato pensato con due pompe di calore separate, destinate a servire, in modo indipendente, zone con differente esposizione ai raggi solari. Può accadere che nelle stagioni intermedie l’una lavori per riscaldare e l’altra per raffrescare, prevedendo inoltre la possibilità di gestire ogni singolo ufficio o zona degli open space anche da comandi remoti. E sono stati fatti sparire gli splitter a muro o a pavimento per scongiurare i noti fastidi patiti da chi si trovi con la scrivania troppo vicina alla sorgente diretta delle correnti. «Abbiamo optato per un sistema ‘a pulsione’ — riferiscono ancora i manager — realizzato tramite tubi a soffitto dotati di microfori che forzano l’aria. Anche qui nulla di rivoluzionario, il nostro vantaggio è stato quello di trovarci nelle felici condizioni di poter ragionare ed operare in un contesto abbastanza libero».
Ragionamento parallelo per l’illuminazione. Oltre al «dosaggio» esterno consentito dall’alternanza di vite e gelsomino, c’è la completa modulabilità delle fonti di luce, rigorosamente a led. La presenza di «dimmer» (le manopoline con cui si regola l’intensità dell’emissione) praticamente ovunque permette a ciascun addetto di calibrare a piacimento le proprie condizioni di lavoro e, contemporaneamente, innesca un meccanismo di buone abitudini che diventa la normalità. «Il messaggio che passa in sostanza ai dipendenti — viene sottolineato — è che cia- scuno di loro può rendersi parte attiva con piccoli gesti in una visione di risparmio energetico e di miglioramento dell’ambiente nel suo insieme attraverso la riduzione della produzione di anidride carbonica. Molto presto nessuno più, andandosene dall’ufficio, dimenticherà la luce accesa».
Dimensione ideale a parte, il vantaggio economico reale comunque esiste. «Il nostro scopo non era certo di finire sui giornali per una operazione brillante ma di facciata. Facendo due conti riteniamo che, fra tre anni, quando le piante rampicanti saranno sviluppate, per riscaldare, raffreddare e illuminare tutti i 2.500 metri quadrati del quartier generale non serviranno più di 50 mila euro l’anno. Significa — concludono Novello e Cavasin — che in 10 anni avremo ammortizzato la spesa in più sostenuta per realizzare l’impianto secondo la nostra impostazione ‘green’».
Obiettivi
Il messaggio per i dipendenti è che ciascuno può rendersi parte attiva con piccoli gesti in una visione di riasparmio energetico