Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Oltre 100 gallerie per ArtVerona nel nome dell’Utopia
LA FIERA Al via dal 12 ottobre: 150 gallerie in esposizione nel nome dell’Utopia. Molti gli eventi sparsi in città. Omaggio a Hidetoshi Nagasawa
Mancano nove giorni al debutto di ArtVerona 2018, la kermesse d’arte contemporanea diventata una delle realtà più vivaci e innovative del settore. Giunta alla sua quattordicesima edizione, funge da anello di connessione tra cultura e mercato, permettendo tanto al collezionista di lungo corso che a quello a inizio carriera, di entrare in contatto non solo con alcune tra le migliori gallerie di arte moderna e contemporanea a livello nazionale e internazionale, ma anche di scoprire le realtà più attive nella ricerca, tra giovani gallerie e spazi indipendenti.
L’hastag #backtoitaly, sottotitolo dell’evento, è identificativo dell’anima di ArtVerona: non indica, come erroneamente si potrebbe pensare a una prima lettura, una chiusura entro i suoi confini, ma piuttosto una volontà di valorizzazione intellettuale, espressa da chi l’Italia la abita e chi la sogna da lontano.
Il secondo anno della direzione artistica di Adriana Polveroni vede l’ingresso di 35 nuove gallerie, per un totale di 150 espositori, oltre a quattordici spazi dedicati ad associazioni no-profit, fondazioni e collettivi, che svolgono encomiabili percorsi autonomi di ricerca e sperimentazione.
L’Utopia è il tema attorno a cui ruotano i punti di vista, da intendere non come risposte finite, ma come punto di partenza per nuove riflessioni. «Il 12 ottobre sarà una sorta di big bang – ha anticipato Polveroni – perché dietro il nome di ArtVerona si inaugureranno anche altre mostre, rassegne e proposte collaterali in giro per la città».
Mai come quest’anno, infatti, parteciperanno istituzioni e soggetti culturali, volti a coinvolgere il grande pubblico in nuovi scenari, talvolta anche inediti. È il caso della settecentesca ex Dogana di terra nel quartiere Filippini, in consegna alla Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza che, finita di restaurare appena una settimana fa, torna dopo quarant’anni al servizio della comunità come palcoscenico della grande mostra collettiva «Chi Utopia mangia le mele».
L’esposizione curata dalla stessa Adriana Polveroni e da Gabriele Tosi, e inserita all’interno del palinsesto collaterale «Art & TheCity», accoglie cinquanta opere di quaranta artisti internazionali in un dialogo tra generazioni, indagando la natura controversa dell’indole utopistica. «Noi ci occupiamo di cose vecchie che sembrano immutabili nel tempo – ha dichiarato il soprintendente Fabrizio Magani – eppure gli spazi, con la loro architettura, sono funzionali alla lettura di qualsiasi espressione artistica». Le opere selezionate fanno parte di una forbice che va dagli anni Sessanta e arriva ai giorni nostri, includendo fotografia, installazioni, pittura, suono e scultura. «Se, come mi capita spesso di fare, penso per immagini, non vedo l’isola perfetta ma inesistente di Tommaso Moro – ha proseguito la direttrice al timone della rassegna – Vedo piuttosto una sorta di “guerriglia intellettuale”, il movimento di un pensiero che, radicandosi nel presente, si sposta di continuo, segnando il limite del presente stesso. Per superarlo».
Da segnare in agenda (o ancor meglio, sulla mappa della città), anche l’omaggio a Hidetoshi Nagasawa, grande artista giapponese scomparso di recente, studiato gomito a gomito con i figli Tae Alice e Ryoma, strutturato su un percorso espositivo di otto installazioni poste in diverse sedi, tra le quali il Museo degli Af- freschi, il Museo di Castelvecchio, il Convento di San Fermo, l’Università al Polo Santa Marta e fuori dai padiglioni della fiera. Ma non finisce qui il coinvolgimento cittadino alla causa dell’arte: si conferma infatti la presenza del Festival Veronetta nell’omonimo quartiere, con un programma denso di esposizioni e progetti «off», realizzati anche grazie alla partecipazione attiva dell’Università di Verona, di Esu e dell’Accademia di Belle Arti.
A quest’ultima va una menzione speciale per aver pensato a laboratori didattici per gli under 12 nella sezione ArtVerona Young, di aver dato voce agli studenti sul tema «What’s art for? A cosa serve l’arte?», così come per aver organizzato la mostra collettiva «First Step» per i neodiplomati, primo trampolino di lancio tra lo studio e la professione. Completa il quadro una lunga serie di appuntamenti e approfondimenti, road show, visite guidate, momenti a tu per tu con gli artisti, format ad hoc e altro ancora, consultabili sul sito www.artverona.it.