Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Una legge per gli artigiani
Confartigianato: «Svolta storica»
Il calzolaio che può permettersi uno scanner 3D ma anche semplificazione burocratica e 20 milioni di bandi. Passa in Regione la legge sull’Artigianato.
VENEZIA Ora gli artigiani veneti hanno una legge quadro dedicata, una «cornice» da riempire, e in fretta, di contenuti. Perché il dato saliente è che la Regione ha messo sul piatto venti milioni di euro dal Fondo vincolato già teoricamente declinabili nei bandi di settore entro il 2018. «I tempi tecnici chiaramente non ci sono - ha spiegato l’assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato al consiglio regionale che ieri ha votato all’unanimità la nuova legge sull’artigianato - ma significa che già da inizio 2019 i soldi saranno concretamente disponibili».
Soldi per cosa? Per sostenere, incentivare e consolidare gli artigiani veneti che, con le piccole e medie imprese, sono lo zoccolo duro del tessuto economico regionale e che, nella nuova legge, salutano l’avvio di una semplificazione burocratica invocata da tempo. L’ultima legge del genere data al lontano 1987 e, spiega Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato, «La legge votata in Regione, per noi è una rivoluzione, fino ad oggi le leggi sull’artigianato indicavano semplicemente i perimetri normativi, “fino a 12 dipendenti”, “permessi autorizzativi” e così via. Questo è tutto un altro capitolo, il volano giusto per tutelare e preservare l’artigianato artistico ma anche per diffondere l’ibridazione con le nuove tecnologie». C’è un’immagine che chiarisce ciò che sembra puro tecnicismo: il classico calzolaio sotto casa, figura ricercatissima e sempre più rara, potrebbe beneficiare di una serie di incentivi e sostegni contenuti nei bandi - i provvedimenti attuativi della legge - dai finanziamenti per rinnovare i macchinari, acquistando ad esempio uno scanner 3D che consente di adeguare la calzatura a quello specifico piede, alla possibilità di frequentare per due anni, nel fine settimana, un corso abilitante per diventare «Maestro Artigiano» come capita a Bolzano e, di conseguenza, diventare soggetto accreditato per formare giovani al mestiere proprio nella sua «bottegascuola».
Il circolo virtuoso immaginato dalle associazioni di categoria e dalla Regione prevede, infatti, anche questo nuovo titolo, agganciabile a quelli degli Its, che per i cittadini si trasformerebbe in una sorta di certificazione di qualità. Particolarmente soddisfatto il governatore Luca Zaia che spiega: «Abbiamo voluto uno strumento normativo pensato per promuovere in maniera peculiare il ruolo economico, sociale e culturale delle imprese artigiane. Sono imprese che costituiscono ancora oggi un volano fondamentale dell’economia veneta e rappresentano un serbatoio occupazionale che non possiamo e non dobbiamo sottovalutare». Soddisfazione condivisa, si diceva, da Bonomo che aggiunge: «Siamo consapevoli che una legge non basta ma è un ottimo punto di partenza. Ora la priorità è tradurre la legge in atti concreti con l’adozione del piano triennale degli interventi. E partiamo bene visto che è la norma regionale con maggior dotazione finanziaria tra quelle finora approvate in Italia». Ora la palla passa alla giunta regionale che dettaglierà gli interventi. Fra le numerose proposte delle associazioni di categoria ci sono, oltre al pacchetto formazione, l’idea di un «voucher» perché una piccola azienda artigiana tenti la via dell’internazionalizzazione assumendo un temporary manager ma anche l’accompagnamento al credito per potersi presentare in banca con tutte le carte in regola per ottenere un finanziamento e, infine, quello per avviare una nuova attività con contributi e consulenze dal notaio al commercialista.
Roberto Marcato Assessore allo Sviluppo Le risorse, venti milioni, sono nel Fondo vincolato alle imprese. Dopo i tempi tecnici si potrà partire con i bandi già a inizio del prossimo anno