Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Ecco come rinascerà l’ex palazzo di Banca d’Italia
Gli ex manager Luxottica che lo hanno acquisito aprono le porte: «Sarà parco commerciale»
Un ampio salone, con scenografica scala doppia all’ingresso, una terrazza panoramica con vista su Piazza dei Martiri e un giardino sul retro che lo collega a via Caffi e a palazzo Bembo. Il tutto distribuito su oltre 4300 metri quadri. Parliamo dell’ex palazzo della Banca d’Italia, chiuso dal 2009 e recentemente acquistato per oltre 5 milioni di euro dalla società F&C Project di Roberto Chemello e Claudio Francavilla, ex manager di primo piano della Luxottica di Agordo. Qui fra poco più di un anno sorgerà un parco commerciale che si estenderà fino a palazzo Bembo e all’ex ospedale e che nelle intenzioni degli investitori diventerà il fulcro economico e turistico di Belluno, con negozi, boutique e un ristorante al primo piano. «Da pochi giorni abbiamo in mano lo studio commissionato alla società CRBE – ha spiegato ieri Manuela Iaderosa, moglie di Roberto Chemello, nel corso della visita organizzata per la stampa – per trovare le attività più adatte a questo spazio, e abbiamo già raccolto i primi interessamenti».
Il palazzo dell’ex Banca d’Italia, situato in posizione invidiabile, nel cuore esatto di Belluno, nasconde alcuni tesori che verranno valorizzati nel progetto di restauro conservativo. A cominciare dalla preziosa pavimentazione di stampo palladiano, attualmente nascosta da un pavimento in finto marmo, brutto ma che ha impedito il deteriorarsi del piano di calpestio sottostante. Oppure i due caveau al piano seminterrato, nei quali sono ancora presenti le pesanti porte blindate datate fine ‘800. Un altro caveau, più piccolo ma finemente decorato, impreziosisce l’ingresso. Al primo piano, l’ampia terrazza panoramica guarda i giardini della piazza e sembra fatta apposta per ospitare un ristorante di lusso.
«Abbiamo già ricevuto una proposta da parte di una società che si occupa di ristorazione – spiega Iaderosa – ma è ancora presto per parlarne. Quello che è certo è che ci sono molte aspettative, ma è necessario tenere i piedi per terra, perché non sarà facile far coincidere le esigenze di tutti e distribuire le future attività nei diversi vani che il palazzo offre».