Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Disabile abusata da un ottantenne Processo a rischio per un cavillo
CONEGLIANO Sarebbe stata violentata, da un ottantenne che, approfittando della sua condizione di disabile mentale, l’avrebbe costretta a rapporti sessuali. Ma il processo a carico dell’uomo potrebbe saltare per un vizio di forma. E a provocare quel vizio è stata, involontariamente, la madre della vittima.
A denunciare i fatti è stata proprio la mamma della vittima, una 50enne resa incapace da un incidente stradale subito in giovane età. Dichiarando di essere tutore della figlia, cosa però mai stabilita dal tribunale. Era stata, infatti, la donna, nel 2016 a ricevere le confidenze di alcuni vicini di casa, preoccupati perché vedevano la figlia intrattenersi e appartarsi con l’anziano.
Una frequentazione sospetta e strana, quella tra il pensionato e la disabile. Così la mamma, con grande cautela, aveva provato a chiederle cosa facessero durante quegli incontri. E la figlia sarebbe riuscita a confidare alla mamma di aver avuto rapporti sessuali orali con l’anziano. Questo l’aveva indotta a correre dai carabinieri, e a denunciare in quanto tutore della figlia.
Così, in base alla denuncia, era iniziata l’indagine, la 50enne era stata sottoposta a un incidente probatorio che ne ha dichiarato l’incapacità a testimoniare per le sue condizioni e l’avvio del processo. Ma, durante la prima udienza davanti al giudice preliminare Piera De Stefani, l’avvocato Paolo Pastre, difensore dell’imputato, ha sollevato l’eccezione sulla legittimità dell’intero procedimento.
Mancando la nomina del tribunale, la madre non è tutore legale della figlia e non avrebbe quindi potuto sporgere denuncia per lei. Un elemento che, di fatto, renderebbe nulla la denuncia e tutte le fasi processuali che sono seguite rischiando di far saltare l’intero procedimento. La decisione spetta al giudice che, dopo aver nominato la sorella della vittima sua tutrice, dovrà decidere sull’istanza della difesa e sulla procedibilità.