Microspie, intrighi e sospetti. Lecis racconta il Pci della Guerra fredda

Cimici nella casa di Palmiro Togliatti, segretario del Pci, ma messe di nascosto da compagni di partito; Nilde Jotti sospettata di avere rapporti con il Vaticano; misteriosi incidenti, avvelenamenti. E’ un clima da tutti che sospettano di tutti quello che si respira nel Pci degli anni Cinquanta, al centro dell’intrigo narrato dal giornalista Vindice Lecis nel suo ultimo romanzo «Il nemico. Intrighi, sospetti e misteri nel Pci della Guerra fredda». Il libro, edito da Nutrimenti, viene presentato oggi, alle 18, alla Libreria Feltrinelli di Mestre con l’autore e il giornalista Giorgio Cecchetti, nell’ambito della rassegna «La notte rossa» della Fondazione Rinascita. Il romanzo parte da un oscuro episodio che coinvolse Togliatti nel 1951, quando nella sua casa vennero messe delle microspie dal capo della Commissione di Vigilanza su input dei vertici del partito. L’obiettivo era la compagna del segretario, Nilde Jotti, sospettata di essere in contatto con ambienti vaticani. L’anno prima Togliatti era rimasto ferito in uno strano incidente stradale che a molti era parso un attentato e qualche mese dopo un improvviso malore era sembrato l’effetto di un avvelenamento. Lecis ha consultato molti documenti inediti e propone le schede segrete dell’Ufficio quadri e documenti, negli anni della nascita di Gladio .

L’autore Vindice Lecis è un giornalista del gruppo Espresso, autore di romanzi storici e saggi sulla politica italiana del Novecento