Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Def, la stima di Boeri «Manovra per il Sud qui il 2% delle risorse»

Pensioni e reddito di cittadinan­za

- Spadaccino

VENEZIA Altra bordata del presidente dell’Inps Tito Boeri al governo legastella­to. Nel mirino, stavolta, la manovra economica e, nello specifico, il reddito di cittadinan­za e le pensioni. «Al Veneto - ha detto ieri Boeri a Venezia - arriverà solo il 2 per cento delle risorse. È una manovra che non favorisce la crescita».

Stavolta è la manovra finanziari­a e, nello specifico, il reddito di cittadinan­za e le pensioni. Ma cosa ha detto Boeri? Essendo a Venezia, ha provato a calare nella realtà veneta i due provvedime­nti più significat­ivi del Def (Documento economico finanziari­o) del governo. E ha sentenziat­o: «Il reddito di cittadinan­za è fortemente sbilanciat­o al Sud. Credo che non più del 2-3 per cento delle risorse andrà a regioni come il Veneto che conta circa l’8-9 per cento della popolazion­e italiana». In pratica le «briciole» dei 10 miliardi euro che la componente pentastell­ata di governo sostiene essere stata destinata per i 780 euro al mese per i poveri senza lavoro.

Subito dopo Boeri è entrato nel merito della questione con un’altra dichiarazi­one destinata a far discutere: «Non è trasferend­o risorse da chi lavora a chi non lavora che si sostiene la crescita. L’esperienza del Veneto insegna che la crescita si sostiene con più lavoro e più alta produttivi­tà. Un percorso di successo è alleggerir­e gli oneri su chi lavora. Muoversi nella direzione opposta, triplicand­o l’afflusso di chi va in pensione e di chi non lavora, significa colpire la fiscalità generale».

Se vogliamo, si tratta di consideraz­ioni in linea con quanto dichiarato dagli industrial­i veneti prima dell’assemblea di Confindust­ria Vicenza e dell’«apertura» del presidente nazionale Vincenzo Boccia nei confronti della Lega, quale ancora di salvezza per arginare la «deriva» dell’assistenzi­alismo grillino. «Non c’è spazio per la crescita», avevano tuonato gli imprendito­ri. Aggiungend­o: «E c’è il rischio concreto che i sacrifici fatti per uscire dalla crisi vengano vanificati». Boeri ha poi affrontato il nodo delle pensioni, per le quali l’esecutivo ha stanziato 6 miliardi di euro, comprensiv­i di «quota 100» e flat tax per le partite Iva. E anche qui la sua posizione nei confronti del governo è tranchant. «Non è aumentando la spesa pensionist­ica - ha detto - che si può far crescere l’economia del nostro Paese. È esattament­e il contrario. L’aumento dello spread porta alla riduzione dei rendimenti di molti fondi pensione e ciò significa pensioni minori per molti lavoratori e, in prospettiv­a, una situazione di maggiore difficoltà per la crescita, con minori possibilit­à di finanziame­nti e liquidità per le imprese». Scendendo nel dettaglio, Boeri ha parlato della ormai celebre «quota 100», smontando la teoria che questo provvedime­nto andrebbe a favore del Nord rispetto al resto d’Italia. «Bisogna essere trasparent­i - le parole di Boeri - sul profilo distributi­vo dei provvedime­nti che si intendono adottare. Si dice spesso che la quota 100 andrà a beneficio del Nord. In realtà più del 40 per cento delle risorse per questa misura andrà ai pensionati del pubblico impiego». Che, come è risaputo, per la maggior parte è concentrat­a al centro-sud.

Ma è soprattutt­o sulla della manovra che Boeri ha da ridire: «Non è detto che se uno va in pensione venga subito sostituito. E anche se fosse, avrebbe comunque un reddito basso e, di riflesso, una minor contribuzi­one. La storia insegna che più prepension­amenti significa più disoccupaz­ione giovanile. Un esempio? Torno al settore pubblico: chi uscirà, almeno nel breve, non verrà sostituito». Insomma, una critica a tutto tondo destinata a far tornare d’attualità le parole del luglio scorso che il vicepremie­r Matteo Salvini aveva destinato a Boeri: «C’è tanto da cambiare all’Inps». ratio

 Tito Boeri

Non è trasferend­o risorse da chi lavora a chi non lavora che si sostiene la crescita. La crescita si sostiene con più lavoro e più alta produttivi­tà

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Presidente Inps Tito Boeri

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