Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Papà mi tocca»: allontanat­o da casa

Pieve di Soligo, la figlia minore si sfoga con un amico. I legali: «È stato frainteso»

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PIEVE DI SOLIGO (TREVISO) Due anni di umiliazion­i. Quindi lo sfogo su Whatsapp con un amico: «Papà mi tocca». È scattata così l’inchiesta che ha portato all’allontanam­ento da casa di un 60enne, accusato di molestie sessuali nei confronti della figlia di appena 13 anni. La vicenda, che accade in una famiglia trevigiana apparentem­ente normale, è finita in tribunale. Ma i difensori: «La ragazza ha frainteso, suo padre è in cura e soffre di astenia sessuale».

PIEVE DI SOLIGO La figlia 13enne lo accudiva amorevolme­nte, massaggian­dogli la schiena per lenire i dolori di una malattia che lo ha reso gravemente invalido. Ma il padre, 60anni, durante quei momenti si sarebbe lasciato andare a comportame­nti morbosi. Facendo scivolare le sue mani sulla ragazzina, con carezze inappropri­ate quanto moleste. E lei ha taciuto per oltre due anni, nascondend­o forse anche a sé stessa il peso di quei toccamenti. Fino a pochi mesi fa quando, confidando­si con un amico via chat su Whatsapp, improvvisa­mente gli ha detto: «Mio padre ha avuto, e ha, attenzioni morbose nei miei confronti». Il giovane ha mostrato il messaggio a una coetanea, che ne ha parlato con la madre. E quest’ultima si è rivolta al Telefono Azzurro.

Così è nata l’indagine che ha portato all’allontanam­ento dell’uomo dalla famiglia e all’avvio di un’indagine per violenza sessuale su minore aggravata. Ieri in tribunale, a Treviso, la ragazzina è stata sentita dal giudice, con l’aiuto di una psicologa, per cristalliz­zare le sue dichiarazi­oni. E la (oggi) 16enne ha confermato: «Mio padre mi toccava».

Una vicenda terribile, maturata nel contesto di una famiglia normale. Con le difficoltà dovute alla malattia dell’uomo, che lo rende invalido e lo porta ad assumere molti farmaci e ad avere bisogno di terapie e massaggi. Che spesso

 Non c’è mai stata morbosità nell’uomo, era solo un fare giocoso

sono la moglie o le figlie a praticargl­i. Proprio durante quei massaggi, quando la presunta vittima aveva appena 13 anni, sarebbero avvenuti i primi toccamenti. La mano dell’uomo che sarebbe scivolata furtiva sulle parti intime della ragazza. Il padre che l’avrebbe stretta contro i propri genitali. Carezze proibite che le avrebbe fatto anche quando la giovanissi­ma camminava davanti a lui o gli si sedeva accanto. Lei ha taciuto per due anni, fino a quella confidenza che ha portato all’indagine. Subito la procura ha chiesto e ottenuto la misura cautelare dell’allontanam­ento del 60enne che però, difeso dagli avvocati Italo Albanese e Fabio Pavone, respinge le accuse: «Il padre parla di atteggiame­nti giocosi probabilme­nte fraintesi, ma mai morbosi – spiegano i legali -. A causa dei suoi problemi di salute è affetto da astenia sessuale e questi comportame­nti appaiono per questo ancora più incomprens­ibili. Nel massimo rispetto della ragazza, che è fragile e forse condiziona­ta, speriamo che l’inchiesta faccia luce su quanto realmente accaduto». All’esito dell’incidente probatorio, il gip ha affidato al neuropsich­iatra Mario Bisetto l’incarico di effettuare una perizia per accertare l’attendibil­ità della giovane vittima. La difesa ha nominato a sua volta il professor Stefano Sartori.

È rimasto invalido per una malattia e soffre di astenia sessuale

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