Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

La storia di Ahmed, ballerino siriano braccato dall’Isis

- Visentin

PADOVA Ahmad Joudeh, ballerino siriano braccato dall’Isis perché la cultura islamica proibisce la danza, oggi sarà a Padova e domani si esibirà al Teatro Verdi. «La danza è passione», dice raccontand­o la sua storia.

PADOVA Ballava di nascosto Ahmad Joudeh da bambino, sul tetto di casa, in Siria. La cultura islamica proibisce la danza, ma la sua passione era più forte. Non l’hanno fermato le bastonate del padre, che quando l’ha scoperto gli ha quasi spezzato le gambe.

Non l’hanno fermato le minacce di morte dell’Isis, è diventato il loro bersaglio perché, sfidandoli, insegnava a ballare agli altri bambini, li contagiava con il suo sogno. Non l’hanno fermato le bombe, si allenava mentre gli ordigni esplodevan­o a poca distanza. La sua casa è stata bombardata, cinque persone della famiglia sono morte. Ahmed aggrappato alla danza non ha chinato il capo. «Insegnavo a ballare ai bambini orfani, che in guerra avevano perso i genitori rivela-, era un modo per salvarli, dare loro un futuro, una passione».

Oggi Ahmad Joudeh è a Padova, domani danzerà al Teatro Verdi. È sotto scorta, l’Isis lo cerca, ogni volta che si esibisce in pubblico la sua vita è in pericolo. Dalla Siria è fuggito grazie anche a Roberto Bolle. «Per tutta la vita ho seguito i suoi video, imitato i suoi movimenti, è lui che mi ha dato la forza di scappare dalla Siria. Poi ho avuto l’onore di ballare con lui, mi ha invitato nella trasmissio­ne in Rai. Ancora lo ringrazio per il sostegno e il tempo passato con me».

Ma le minacce dell’Isis accompagna­no Ahmed ovunque vada. «Non ci sono altre strade per me se non la danza. La danza è passione, la passione è salvezza», ripete. «I momenti di sconforto sono stati molti in passato, ho anche tentato di uccidermi. Ne porto i segni sui polsi. Ma la danza mi ha tenuto in vita, è il motore di tutto».

Sul collo Ahmad si è fatto tatuare «Dance or die», «Ballare o morire», dietro la nuca, dove i boia dell’Isis infilano il coltello per tagliare la testa. «Così se dovesse succedere lo sapranno anche loro. Ho danzato nel teatro di Palmyra dove l’Isis ha ammazzato centinaia di persone. A Palmyra c’era la casa dei miei nonni e la casa di mia madre. Oggi è una città distrutta. Sono stato felice di danzare lì, anche se solo per un’ora, a causa del pericolo».

Ahmad, 27 anni, è siriano palestines­e cresciuto nel campo profughi di Yarmouk, a Damasco. È un rifugiato, accolto ad Amsterdam dove è fuggito e ha studiato all’Het Nationale Ballet. È diventato famoso giovanissi­mo, un vero idolo social perchè filmava

Tra le rovine

Ahmad Joudeh , 27 anni, mentre danza tra le rovine in Siria. È braccato dall’Isis, ma per lui la danza è vita e pubblicava le sue performanc­e di danza sullo sfondo di una Siria in fiamme.

Immagini diventate virali, seguite da milioni di followerS, movimenti fluidi, perfetti e acrobazie che hanno reso il suo stile inconfondi­bile in tutto il mondo.

«Quando ballo mi sento libero, completo, sento di esistere, questo è il sentimento per cui combatterò sempre», scandisce Ahmad.

L’hanno definito il Billy Elliot siriano e il «Saviano della danza», lui porta il ballo come simbolo di libertà ovunque vada. Ogni piroetta, ogni salto, è una sfida a chi lo vuole morto.

Questa sera alle 18.30 Ahmad incontra il pubblico a Padova, al Salone del ristorante Isola di Caprera (per questioni di sicurezza chi vuole partecipar­e deve prenotarsi su lasferadan­za@gmail.com).

Domani sera danzerà «Sacrifice» al Teatro Verdi a Padova nel grande galà del Festival internazio­nale di danza «Lasciateci Sognare» (ore 21), organizzat­o da «La Sfera Danza» con la direzione di Gabriella Furlan Malvezzi, in scena ci sarà anche l’etoile Luciana Savignano e altri ospiti.

Vederlo sul palco è esperienza che incanta e trasporta: comunica eleganza e rabbia, dignità, forza e voglia di riscatto. La battaglia di Ahmed contro la guerra, per la libertà e l’autodeterm­inazione continua. «Di certo non sarà la paura a fermarmi né a piegarmi», avverte.

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