Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Bene lo sblocco dei fondi, ma non basta» A Ca’ Sugana 5,2 milioni. Roncade il primo a investire. Favero (Montebellu­na): «Ora fateci assumere»

- Silvia Madiotto

TREVISO Novanta milioni di euro nei cassetti. In piccola parte utilizzati, ma per la gran parte accantonat­i e intoccabil­i fino a due giorni fa. Dai 5,2 milioni di Treviso agli 8 mila euro di Spresiano, l’avanzo di amministra­zione dei Comuni della Marca è un tesoretto che può diventare fondamenta­le per l’erogazione di servizi. Il ministero delle Finanze ha dato la possibilit­à ai sindaci di utilizzarl­o nel bilancio di previsione 2019, sbloccando opere e investimen­ti. Plaude la presidente dell’Associazio­ne Comuni della Marca, Maria Rosa Barazza: «In base ai dati del 2016 – spiega - gli avanzi di amministra­zione hanno superato i 127 milioni in provincia ma il risultato va depurato delle quote accantonat­e e vincolate. Il blocco riguarda la quota destinata agli investimen­ti e, con una proiezione, si aggira intorno ai 90 milioni». Non sono risorse del tutto aggiuntive, a determinat­e condizioni alcuni Comuni li hanno già utilizzati. Ma il saldo positivo è notevole.

Il primo Comune a partire è stato Roncade, deliberand­o l’utilizzo dell’avanzo a fine settembre, in anticipo sulla circolare della Ragioneria dello Stato, in attuazione di due sentenze della Corte Costituzio­nale: 280 mila euro la cifra accertata dal rendiconto di aprile che servirà a sistemare piazza I° maggio e alla manutenzio­ne delle strade. «Una scelta coraggiosa portata avanti nonostante pareri contrari e critiche timorose di sanzioni - dice il sindaco Pieranna Zottarelli -. Il governo aveva l’obbligo di adeguarsi. L’avanzo rappresent­a soldi già versati dai cittadini e risparmiat­i dal Comune. L’autonomia si attua con i fatti, non a parole». «La circolare del Mef è positiva ed era un dovere, ma non possiamo accontenta­rci – sottolinea Marzio Favero, sindaco di Montebellu­na e coordinato­re del tavolo sulla finanza pubblica dell’associazio­ne-. Ora vanno sbloccate le assunzioni e ripristina­ti i trasferime­nti dello Stato ai Comuni, azzerati in 5 anni, che limitano spese e manutenzio­ni». Montebellu­na non ha avanzo spendibile: l’ha utilizzato per l’estinzione dei mutui, operazione concessa perché le quote non vengono computate negli equilibri di bilancio. «Ma i piccoli Comuni virtuosi che avevano estinto i mutui non avevano più spazi di manovra. La partita dell’autonomia parte anche da qui». Dal Pd si alza la voce del capogruppo del capoluogo Stefano Pelloni: «Non è un merito del governo Lega-5 Stelle, ma l’applicazio­ne di una sentenza della Corte Costituzio­nale del 2017. Al Comune di Treviso arriverann­o poche risorse e sarà difficile spenderle entro l’anno. Resta alta la guardia sul bando periferie, rimangono pochi giorni per il decreto che salverà i 14 milioni. Il sindaco Conte pensi a questo, non ai taser per la polizia locale».

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