Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Molestie e cyberbulli? «Genitori inadeguati»
Bruzzone: «Non sanno educare i figli»
TREVISO «Una preoccupante latitanza genitoriale». Debutta con quest’accusa Roberta Bruzzone, docente di criminologia, oltre che noto volto televisivo, all’incontro tenuto dall’Avis provinciale di Treviso mercoledì sera, che ha visto protagonisti il mondo adolescenziale e il relativo rapporto coi social media.
La criminologa si è soffermata «sui disastri» causati da queste realtà virtuali, che colpiscono non solo gli adolescenti ma anche piccoli di 2 anni e adulti over 50. Dai furti d’identità al cyberbullismo,
fino alla pedopornografia giovanile. E se oggi sono sempre maggiori i casi di ragazzi adescati da potenziali pedofili online, o che subiscono molestie via web, Bruzzone ricerca il motivo nella poca disciplina trasmessa dai genitori: «Bisogna educare i bambini con la giusta autorevolezza, altrimenti i ragazzi diventano dipendenti dai social». I dati lo dimostrano: se rapportati ai coetanei europei, gli italiani dai 12 ai 16 anni sono in cima alla classifica per quanto riguarda la diffusione di materiale pornografico condiviso ad estranei. Inoltre un adolescente medio italiano trascorre 6 ore al giorno sul web. E molti bimbi non ancora in grado di parlare sanno già utilizzare uno smartphone. Per Bruzzone si dovrebbe quindi rivedere l’intero progetto educativo delle famiglie. I rimedi esistono: «Chiamatemi pure drastica o all’antica - dice Bruzzone - ma penso che basti mandare i ragazzi al parco a giocare con gli amici, piuttosto che lasciarli ore e ore davanti ai cellulari».