Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Salvataggio dello sci sul Nevegàl Ora la Regione scende in campo
Impegno dell’assessore Caner. Massaro fiducioso, cauti i gestori degli impianti
BELLUNO Il Nevegal è salvo? Forse sì, ma non è ancora scritto definitivamente il lieto fine sul futuro dell’Alpe. Di certo però la volontà per una chiusura positiva della faccenda c’è da parte di tutti. Anche della Regione che, per bocca dell’assessore regionale al Turismo Federico Caner, ha garantito, nell’incontro di ieri con Comune di Belluno, Provincia, società «Alpe del Nevegàl» e alcuni operatori del Colle, il massimo impegno nell’aiutare a salvare la stagione invernale.
«L’incontro è stato positivo — commenta il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro — e abbiamo trovato in Caner un interlocutore attento. Abbiamo spiegato la necessità di garantire, non solo a Belluno ma a tutta la provincia e non solo, l’apertura di una stazione sciistica strategica perché lì imparano a sciare gran parte dei veneti. Se dovesse chiudere il Nevegàl anche le altre località soffrirebbero. Abbiamo strappato alla Regione una mezza promessa di interessamento e stiamo già cercando di capire come la Regione possa intervenire».
Già molti i soggetti impegnati nel difficile salvataggio. Il Comune di Belluno investirà 50 mila euro, tra l’acquisto di 30 mila euro di skipass e i 20 mila euro destinati all’Info point. La Pro loco Pieve Castionese ha aperto una raccolta fondi che, per ora, viaggia sui 9.000 euro raccolti. La Provincia di Belluno sta coordinando più soggetti attorno ad un progetto più ampio.
«La soluzione per il Nevegàl — commenta il consigliere provinciale Massimo Bortoluzzi, presente alla riunione veneziana — ci sarà quando si riuscirà a mettere in piedi un progetto serio di rilancio, che vada oltre l’emergenza. Bisogna coinvolgere non solo il capoluogo e nemmeno solo la provincia di Belluno, ma tutto il Veneto. In Nevegàl ogni anno imparano a sciare oltre 2.500 bambini e ragazzi, seguiti da 120 maestri. Persone da tutta la regione: ecco perché credo sia importante coinvolgere anche il Dolomiti Superski. Noi ci siamo detti disponibili a coordinare un tavolo al quale siano seduti tutti i soggetti, pubblici e privati, legati al rilancio del Nevegàl».
Più laconico Maurizio Curti, presidente di «Alpe del Nevegàl», la società che gestisce gli impianti di risalita. «Fatti passi avanti e la Regione si è detta disponibile a dare una mano, ma la strada non è ancora in discesa».
Intanto Massaro replica al consigliere di minoranza Franco Roccon (Civiltà bellunese) sui 4,5 milioni di euro di avanzo sbloccati dal ministero dell’Economia. «Questo famoso miliardo che arriverebbe ai Comuni era già sbloccato — commenta Massaro — Non è cambiato niente. Anzi situazione peggiorata: il miliardo che ci è stato dato già si poteva spendere sui fondi per l’edilizia scolastica, sportiva, per il dissesto idrogeologico, per il miglioramento sismico. In compenso tolti i soldi del Bando Periferie. Quest’anno spendiamo 3,6 milioni di euro per piscina, scuola Gabelli e altri istituti. A noi cambia che, per spendere denaro che avremmo speso lo stesso, ci tolgono 35 milioni di euro di investimenti».
Soldi sbloccati Il sindaco replica a Roccon: i fondi già disponibili prima