Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Discrimina­ta, sospetti su Judith «È tutto vero»

- Rossi Tonon

VENEZIA «È tutto vero». Replica così Judith Romanelli - la veneziana che nei giorni scorsi ha detto di essere stata respinta a un colloquio perché nera - a chi sui social l’accusa di aver inventato tutto.

VENEZIA «Non mi sono inventata nulla, è tutto vero». Judith Romanello respinge al mittente ogni accusa. A quattro giorni dalla video-denuncia pubblicata su Facebook c’è chi comincia a dubitare del racconto della 20enne.

Nata ad Haiti ma cresciuta in Veneto dopo l’adozione di una coppia di Spinea, la ragazza aveva raccontato di essere stata respinta a un colloquio di lavoro con un ristorator­e veneziano perché nera. Una vicenda sulla quale qualcuno intravede delle ombre: dal popolo del web piovono le critiche e si diffonde il sospetto che la bella ragazza sia in cerca di popolarità. Fra i primi a prendere posizione la giornalist­a Selvaggia Lucarelli che punta il dito sul racconto di Judith: «Dice di aver perso tutti i contatti telefonici, di non ricordare il nome di chi le ha fatto il colloquio ma nessuno le ha chiesto nulla prima di farla diventare un caso nazionale?». Lei non ci sta e minaccia anche denunce nei confronti di chi mette ora in dubbio anche la veridicità di un altro grave episodio avvenuto nel passato, per nulla collegato a quello in questione, che avrebbe visto Judith protagonis­ta ancora come vittima.

Ieri intanto la 20enne ha sostenuto un importante colloquio di lavoro con lo chef Filippo La Mantia. «Ci siamo presentati, abbiamo parlato un po’ in generale e poi mi ha fatto qualche domanda sulle mie esperienze lavorative e infine mi ha detto che mi farà sapere» racconta lei, mentre lo chef spiega che «si è presentata alle 14, puntuale, all’isola di San Giorgio, dove oggi e lunedì scorso ho fatto i colloqui per il mio nuovo progetto veneziano. Ho visto 24 persone la scorsa settimana e 22 questa volta. C’era un laureando in architettu­ra e uno studente di chimica, tutti appassiona­ti di cucina. Judith? Da come era dipinta sui social sembrava dovesse essere una valchiria invece è una ragazza normalissi­ma. Nel suo curriculum c’erano tre esperienze. Al momento sto cercando profession­isti per la sala e la cucina ma ho trasmesso i suoi dati alla società che curerà il progetto. Del video su Facebook e del mio tweet non abbiamo neanche parlato, il colloquio, come per tutti gli altri, è durato 15 minuti».

Quel grave episodio di razzismo è però salito rapidament­e alle cronache nazionali e il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro domenica sera ha accolto Judith al Taliercio, dove l’aveva invitata per assistere alla partita della Reyer. «Abbiamo chiacchier­ato, ha cercato di tirarmi su il morale dicendomi che purtroppo in giro di imbecilli ce ne sono tanti e di stare tranquilla che tutto si risolverà – racconta lei -. Poi si è scusato per quanto accaduto, mi ha dato la mano e ci siamo fatti una foto insieme».

Ieri, è arrivata anche la solidariet­à di poliziotti: durante un incontro per aggiorname­nto profession­ale organizzat­o dal sindacato Siap, ha ricevuto un mazzo di fiori e un grande applauso dalla Questura di Venezia.

Per lasciarsi alle spalle l’episodio la giovane veneziana prosegue per la sua strada in cerca di un impiego. «Mi hanno scritto da Milano, da Roma, dalla Puglia – riprende Judith – però non posso allontanar­mi così tanto perché sto studiando e questa è la mia priorità al momento». Nel cassetto della 20enne c’è infatti un sogno che per essere realizzato richiede però molto impegno. «Mi piacerebbe un giorno aprire una farmacia a Venezia – racconta - mi sto impegnando per cui mi servirebbe un lavoro vicino casa, a Venezia o Mirano, almeno fino all’estate». Un impiego come quelli svolti in passato in una trattoria e in una pizzeria di Venezia o in un bar del centro di Mestre insomma. Un impiego come quello offerto da chi poi l’ha rifiutata per il colore della sua pelle.

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Veneziana Judith Romanello, è originaria di Haiti ed è stata adottata da una coppia di veneziani

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