Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Teatri, nasce la rete della Marca Rilancio sotto la «regia» dello Stabile
Intesa Comune-Cassamarca. Il presidente Beltotto: Treviso come Padova e Venezia
TREVISO Il futuro del teatro comunale di Treviso passa per il Teatro Stabile del Veneto, per Venezia e Padova, in un accordo fra Comune e Fondazione Cassamarca che punta a rilanciarlo nel mercato culturale ma senza far venire meno la connotazione fondamentale di «teatro di tradizione» (che garantisce oltretutto un flusso economico irrinunciabile per il suo sostegno). E il futuro di Treviso comprende anche i teatri fuori dalle mura del capoluogo, l’Eden, il Teatro delle Voci, Conegliano e Vittorio Veneto, altri gioielli di Ca’ Spineda. L’ha annunciato il sindaco Mario Conte: «Non ci fermiamo qui – ha detto, salutando l’accordo -, attraverso il dialogo possiamo avviare un progetto più grande di sviluppo e collaborazione». E potrebbe essere, questo, anche il modo per risolvere la questione legale più delicata, quella della convenzione trentennale per la gestione del Del Monaco, inserendo gli altri teatri nella programmazione senza andare a scioglierla del tutto.
I problemi finanziari di Fondazione Cassamarca hanno costretto il Comune, proprietario dell’edificio, a cercare un’alternativa per garantire la gestione e programmazione: per la stagione che va a iniziare è stata garantita la continuità, con un contributo da 450 mila euro di Ca’ Spineda che arriverà anche per la seguente, ma il ripensamento inizia subito alla ricerca di un nuovo soggetto che traghetti il Del Monaco nella piattaforma del Teatro Stabile assieme al Goldoni e al Verdi.
Fondazione vuole rimanere all’interno di questo progetto, come quotista per un terzo: «In quindici anni abbiamo raggiunto 3 mila abbonati e 30 mila spettatori – spiega l’amministratore unico di Teatri Spa Gianfranco Gagliardi -. Abbiamo fatto un ultimo sforzo di responsabilità perché i tempi di gestazione per il nuovo soggetto siano maturi. Le basi sono solide». Il cartellone dei prossimi mesi è stato asciugato, non era possibile mantenere la ricchezza precedente: «Abbiamo ridotto la quantità, non la qualità» sottolinea Gagliardi. E adesso finalmente parte la campagna abbonamenti che era stata congelata nei due mesi di fitto dialogo istituzionale.
La Regione c’è e ci sarà in questa fase di transizione, ha assicurato l’assessore Cristiano Corazzari. «Non c’è un grande teatro senza una grande piattaforma, il modello è una squadra capace di produrre e mettere in circuito – afferma il neo presidente del Teatro Stabile Giampiero Beltotto -. Il ruolo di Treviso sarà esattamente come quello di Padova e Venezia, tutti padroni». Un socio alla pari, insomma, anche se sarà l’ultimo arrivato.
Annunciato ma assente, durante la presentazione del cartellone del comunale, Dino De Poli, che a fine anno lascerà Ca’ Spineda: l’eterno presidente lascerà la poltrona nel momento più difficile, mentre il Consiglio d’amministrazione valuta di mettere in vendita anche i palazzi di famiglia, tra i quali la sede storica di piazza San Leonardo.
Mario Conte
Non ci fermiamo qui Con il dialogo possiamo avviare un progetto di sviluppo e collaborazione