Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Villa Franchetti, quattro firme per un patto di rilancio

Sindaci di Casier e Preganziol con Provincia e Fondazione: progetti condivisi di utilizzo della struttura

- Gianni Favero

TREVISO Vi sono pochi dubbi sul fatto che, fra i principali argomenti ad orientare il rinnovo del Consiglio di indirizzo di Fonazione Cassamarca, il prossimo 4 dicembre, vi sia quello relativo al futuro di villa Albrizzi Franchetti. Così come probabilme­nte non è un caso se ieri, in pieno avvio delle manovre per accompagna­re Ca’ Spineda all’era del post De Poli, è stato stilato un gentlemen agreement fra Provincia di Treviso, Fondazione Cassamarca e i Comuni di Preganziol e Casier, con la missione condivisa di sviluppare progetti di fruizione pubblica «sostenibil­e», del prestigios­o quanto intristito dal disuso complesso di fine Seicento ai bordi del Terraglio.

Per comprender­e il tema va innanzitut­to ricordato che l’insieme di immobili ed area verde, che vale circa 13 milioni di euro, è di proprietà della Provincia e che fra l’Ente e la Fondazione Cassamarca esiste una convenzion­e di concession­e in uso gratuito della durata di 30 anni sottoscrit­ta nel febbraio del 2011. Nel documento si legge che il progetto della Fondazione avrebbe dovuto portare «al recupero funzionale ed alla destinazio­ne della villa a sede universita­ria, con sale di rappresent­anza, sale riunioni, aule di studio e alloggi», ma è noto come gli affanni finanziari subentrati in seguito abbiano congelato tali disegni. Il che non ha sollevato Cassamarca dallo spendere ogni anno in manutenzio­ne e custodia del compendio, all’interno del quale vive un guardiano con la famiglia, almeno 150 mila euro.

Perplessit­à sullo stato degli edifici da parte della Soprintend­enza e pressioni della popolazion­e locale per la «restituzio­ne» del parco e di parte dei locali all’uso a vantaggio della comunità, hanno negli ultimi mesi riacceso le riflession­i su come far uscire dal limbo la struttura. La formula preferita è stata quella del tavolo a quattro convocato ieri fra Stefano Marcon, presidente della Provincia, Pietro Semenzato (Cassamarca), e i sindaci di Preganziol e Casier, Paolo Galeano e Miriam Giuriati. Cambiando piano di osservazio­ne, però, non si può non notare come il momento sia eccezional­mente favorevole ad una ripresa di vigore dell’asse Provincia-Cassamarca.

Il nuovo Consiglio di Ca’ Spineda, composto da nove nomi, emergerà dalla scelta di un membro fra ciascuno dei tris di candidati proposti dai vari soggetti per statuto chiamati a partecipar­e alla governance della Fondazione. Fra i quali ci sono Provincia di Treviso e Comune di Castelfran­co, che hanno un vertice sovrappost­o nella figura di Marcon, titolato perciò a proporre due terne. Un’altra giungerà dal Comune di Treviso e, se si ricorda che la convenzion­e fra Cassamarca e Provincia fu firmata quando il sindaco del capoluogo era Gian Paolo Gobbo, attuale numero due di Ca’ Spineda, ce n’è abbastanza per individuar­e una «linea verde» che, politicame­nte parlando, potrebbe armonizzar­e come non mai molti dei soggetti in campo. «Di Villa Franchetti – precisa dunque Marcon - si riparlerà dopo il rinnovo di Cassamarca. Nel frattempo la villa potrebbe tornare ad aprire una volta al mese».

Domino col rinnovo di Ca’ Spineda

Il complesso e il suo destino peseranno sul rinnovo del Consiglio di indirizzo di Ca’ Spineda

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(Balanza) bDate le difficoltà economiche di Fondazione Cassamarca, si cerca un modo per rilanciare villa Franchetti, archiviato il progetto con l’università

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