Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
La lezione di Acegas: «Eventi a impatto zero»
Dopo la maratona, il test della Barcolana: i rifiuti? Prima che raccolti vanno ridotti
PADOVA Oltre duemila barche che affollano il golfo. E migliaia di persone - una stima è difficilissima - ma nell’arco di dieci giorni si supera quota 300mil - che le osservano a riva. La Barcolana non è solo, in quel di Trieste, l’evento per eccellenza. È anche una sfida dal punto di vista ambientale. Soprattutto da quando l’Europa, negli obiettivi da perseguire entro il 2020, ha dichiarato guerra alle microplastiche. In campo, come partner ambientale, quest’anno c’è AceagasAps, la multiutility del gruppo Hera con sede a Padova. Che nel capoluogo della Venezia Giulia sperimenterà il suo protocollo ZeroImpactEvent, già messo in campo nella città del Santo per la Maratona. «L’obiettivo - spiega il direttore generale, Roberto Gasparetto - è quello non solo di tenere pulito l’ambiente e salvaguardare l’ambiente marino, ma di diminuire il più possibile anche la produzione di rifiuti ».
In che cosa consisterà questa prevenzione?
«In diverse azioni, a cominciare dal mare. Ogni imbarcazione sarà dotata di un sacchetto per i rifiuti tripartito, in modo tale da fare la differenziata già a bordo. Non ci saranno scuse per buttare qualcosa in acqua».
E a terra?
«Vogliamo ridurre il numero dei rifiuti, a cominciare dalle bottiglie di plastica. Ecco perché nelle vicinanze di piazza Unità abbiamo installato due lavatoi temporanei con venti rubinetti, dai quali la gente potrà bere. Ci saranno anche molti contenitori per i rifiuti in più: 300 mila nell’area coinvolta. Inoltre, tutto il materia utilizzato per l’evento, a cominciare dalle posate usa e getta sarà biodegradabile».
Occorrerà informare anche il pubblico presente...
«Per questo abbiamo coinvolto, con un progetto di alternanza scuola - lavoro, gli studenti del Liceo Petrarca di Trieste. Saranno i nostri ambasciatori durante la manifestazione: aiuteranno gli spettatori e i partecipanti a smaltire i rifiuti rispettando l’ambiente».
Eventi a parte, come state combattendo l’emergenza microplastiche?
«La situazione in Adriatico merita attenzione: tra Venezia e Trieste si stimano mille rifiuti galleggianti per chilometro quadrato. Ma il problema sta anche a monte, negli scarichi: ecco perché stiamo investendo molto anche nei depuratori: in quello di Trieste, ma anche a Padova, a Ca’ Nordio, dove c’è un investimento di 2o milioni di euro».
E per ridurre la plastica nella vita di tutti i giorni?
«Il gruppo Hera ha acquisito, a Istrana, Treviso, Aliplast, leader italiano nella trasformazione della plastica riciclata. Se ne produrrà sempre meno e si trasformerà tutta quella che si riesce a reperire, in un circuito potenzialmente infinito. È l’economia circolare applicata all’ambiente».