Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
L’«eroina gialla» uccide ancora: altro morto a Mestre
MESTRE (VENEZIA) La serata trascorsa insieme, la decisione di assumere dell’eroina che forse avevano appena comprato. Uno dei due, però, non si è più risvegliato. Il suo amico, quando si è ripreso, ha visto che non respirava, ha chiamato il 118 ma non c’era più niente da fare: il 50enne L.T. di Mestre, era già morto.
È l’ultimo di una lunga scia di decessi provocati da questa droga, nel Veneziano. In meno di due anni le vittime accertate di overdose da eroina sono state 16: dieci nel 2017 e sei quest’anno. Ma altre ce ne sono state sospette, almeno 3-4. E solo qualche giorno fa una 16enne è stata trovata senza vita nei bagni della stazione di Udine e anche per la sua morte c’è l’ipotesi che sia stata colpa dell’eroina gialla. Il pm di turno Roberto Terzo ha disposto l’autopsia sul corpo del 50enne, il cui decesso risale a ieri notte. L’uomo è morto all’interno del suo appartamento in quartiere San Teodoro e in passato sarebbe già stato segnalato come assuntore.
I carabinieri, che hanno eseguito un sopralluogo in casa, hanno trovato di fianco a lui una siringa e, oltre ad aver ascoltato la testimonianza dell’amico, hanno avviato un’indagine per ricostruire le ore precedenti all’assunzione e per risalire allo spacciatore. «Un episodio che ci rattrista – dice il comandante provinciale dei carabinieri Claudio Lunardo – e ci impone di continuare a lavorare in modo determinato».
Il «clan» che gestiva lo spaccio dell’eroina e di quella gialla in particolare è stato sgominato dalla retata della polizia del 10 luglio scorso. Un duro colpo alla mafia nigeriana, ma non la fine della guerra alla droga. «Il problema della droga c’è ancora e per questo serve continuare anche con i servizi di controllo del territorio», aggiunge Lunardo. I tossicodipendenti sembrano essersi spostati dal quartiere Piave verso altre zone, come Rampa Cavalcavia, Corso del Popolo e Marghera. Lontani dal «quadrilatero dello spaccio» che fino a qualche mese fa era controllato dai pusher nigeriani con il sostegno di alcune attività commerciali. Una, in particolare, che dopo il blitz è stata oggetto di una perquisizione, durante la quale la squadra mobile ha sequestrato 17 registri contabili e due quaderni con annotati all’interno nomi degli spacciatori, date delle cessioni e numeri di conti correnti.