Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Il leader di Federacciai «Formiamo gli immigrati in Africa e li portiamo qui»
Il neo-presidente veneto di Federacciai: «I flussi non vanno subìti»
VENEZIA L’uscita dall’Euro? Un disastro. Gli stranieri? Necessari per sostenere l’industria, a partire dalle acciaierie. Al punto che gli imprenditori siderurgici stanno pensando al modo di preparare direttamente in Africa manodopera idonea a trasferirsi nella penisola per operare nelle fabbriche italiane. Sono solo due fra i temi di primo piano che Alessandro Banzato, 55 anni, presidente della padovana Acciaierie Venete e già vicepresidente di Confindustria Veneto con delega all’energia, ha affrontato ieri dopo la sua elezione a presidente di Federacciai, l’associazione di settore di Confindustria. Lo hanno designato i delegati delle 124 aziende associate nel corso di un’assemblea alla quale ha presenziato anche Maurizio Landini, leader della Fiom nazionale e dato per prossimo segretario generale della Cgil.
Nelle acciaierie italiane, responsabili, con 24 milioni di tonnellate, della produzione di oltre il 14% del totale complessivo Ue, oggi lavorano poco meno di 34 mila addetti; ma il futuro di questo zoccolo occupazionale è critico. Il calo demografico e la refrattarietà degli italiani ad operare in simili ambienti di lavoro, di questo è sicuro Banzato, indurranno a un’ulteriore crescita della già consolidata presenza negli stabilimenti di extracomunitari. I quali, peraltro, si comportano in modo da soddisfare, secondo una recente indagine dell’Associazione degli industriali di Brescia, il 71% dei datori di lavoro. Dunque? L’espressione che usa il neopresidente è «Formiamoli, non fermiamoli, a casa loro. Se l’immigrazione va gestita secondo le esigenze del mondo produttivo che li accoglie – è il ragionamento – allora verifichiamo
La stoccata L’uscita dall’euro? Sarebbe semplicemente disastrosa