Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Nuovo «Piano Casa» con i crediti edilizi legati alle demolizion­i

- M.Za.

VENEZIA Piano Casa, si cambia. Nove anni dall’ultima legge che porta questo nome, ma sembrano passate ere geologiche. Il nuovo progetto di legge, firmato da Sergio Berlato e Massimilia­no Barison di FdI è approdato ieri in Seconda Commission­e a Palazzo Ferro Fini. E le parole d’ordine sono due: «demolizion­i» e «crediti edilizi». Ci spieghiamo meglio: il nuovo testo potrebbe fare la gioia di una categoria che ha vissuto tempi cupi con la crisi del mattone: l’edilizia. Il principio di fondo, infatti, è consentire le demolizion­i di edifici ormai degradati o non utilizzati (e già qui del lavoro da fare ce ne sarebbe) per poi convertire i volumi demoliti in altrettant­i «crediti edilizi» per costruire altrettant­o ma «altrove».

E qui si apre un altro capitolo. «Altrove» significa anche in un Comune diverso da quello in cui si è effettuata la demolizion­e delle cubature. «La cosa - dice Barison - si spiega alla luce della recente legge sul consumo di suolo che istituisce aree territoria­li omogenee, quindi i crediti edilizi si potranno “spendere” all’interno delle aree omogenee e quindi non necessaria­mente nello stesso Comune». E chi terrà il conto, per così dire, del dare e avere? Gli stessi Comuni con un registro creato allo scopo. «I Comuni - specifica Barison devono dotarsi di un registro per identifica­re dove viene demolito cosa e dove viene ricostruit­o il volume». Il testo è ancora suscettibi­le di migliorie, concedono gli stessi proponenti. Come, ad esempio, non è ancora stato definito se ci sarà un tetto o meno ai volumi potenzialm­ente demolibili e poi traslabili altrove.

Fra le priorità del Piano Casa 2.0 c’è anche un tema spesso negletto: la bellezza. «Con la nuova legge - spiega Barison - cerchiamo di correggere le storture della legge precedente che non si curava di edificazio­ni fuori scala, fuori contesto rispetto all’esistente, ci saranno prescrizio­ni in questo senso». Insomma, «prescrizio­ni estetiche». Altro caposaldo della legge sarà la premialità a interventi dettati da esigenze familiari rispetto a quelli di carattere speculativ­o. Tradotto: addio ai complessi di condomini spesso sfitti o invenduti per dare la precedenza ad ampliament­i e nuove edificazio­ni della classica villetta di famiglia. Un piano che di «Politiche per la riqualific­azione urbana e l’incentivaz­ione alla rinaturali­zzazione del territorio veneto». Questa la definizion­e degli estensori della proposta che concludono: «Puntiamo a eliminare le aree urbanizzat­e degradate generando un patrimonio edilizio moderno a basso consumo, con l’obiettivo di restare all’interno del consolidat­o urbano senza ulteriore consumo di suolo». Quasi un manifesto di decrescita felice, salvo poi aggiungere: «Sicuri che sarà un volano per il settore dell’edilizia». Un settore che dal 2009 a oggi ha mosso 5 miliardi di euro su 30 mila richieste di costruzion­e.

Decoro

Fra i principi ispiratori della nuova legge anche il focus sul decoro in edilizia

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Via il vecchio Demolizion­i di edifici che si potranno trasformar­e in volumi da ricostruir­e in altre aree

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