Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Pasta Zara, doppio round con i creditori Ma resta l’incognita del debito della holding
TREVISO Pasta Zara, doppia trattativa con i creditori. Mentre resta sullo sfondo il caso della partita al piano superiore del debito sulla Holding Ffauf. Dopo il cda di Pasta Zara, chiamato l’altro ieri a verificare le offerte degli investitori per salvare la società alimentare finita in una pesante crisi finanziaria, ieri mattina a Milano è stato il turno di un nuovo doppio round con i creditori. Prima in un incontro con le controparti nel complesso, che vantano crediti per 240 milioni, poi in uno ristretto alle sole banche, che ne detengono una fetta rilevante di 180 milioni. Il confronto per stringere i tempi sul salvataggio, visto che il piano di ristrutturazione del debito va presentato al tribunale entro il 7 dicembre, è dunque entrato nel vivo. Ma l’esito è ancora tutto aperto.
Ai creditori Pasta Zara ha confermato di aver ricevuto più di un’offerta d’investimento. Quella del fondo inglese Pillarstone, in tandem con la Finint di Enrico Marchi, che tre anni fa aveva strutturato un minibond da 5 milioni per l’azienda di Riese, è già ben nota e confermata dallo stesso Marchi. L’iniziativa punta a mettere 30 milioni di euro per rilevare in sostanza l’azienda (si dice con un’uscita dall’investimento a cinque anni), lasciando alla famiglia Bragagnolo una piccola quota di minoranza, secondo Marchi ha il merito di studiare un rilancio che mantiene unita l’azienda, a fronte del rischio di investimenti che puntano su uno spezzatino. Confermato anche l’interesse per una soluzione di tipo industriale, che rimanda alla spagnola Ebro Foods; anche se continuano i rumors di un interesse di Barilla, magari a partire dai siti di Rovato e Muggia.
Al tavolo l’azienda avrebbe espresso già anche un orientamento favorevole per una soluzione, pur non ancora formalizzata. E ai concorrenti, da quel che filtra, non sarebbero arrivate comunicazioni.
Sullo sfondo resta l’altra partita, gli ulteriori 50 milioni di debito della holding Ffauf, di recente riportata in Italia dal Lussemburgo, con Bank of China, con un pegno sull’azienda. E su come questa possa pesare, o vada coordinata, con la partita in corso.