Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Una quota delle tasse al Veneto»
Il ministro degli Affari regionali spedirà in queste ore al premier Giuseppe Conte l’esito della trattativa Autonomia, Stefani annuncia: «Bozza pronta, avrete tutte le 23 materie e parte di Iva e Irpef»
VENEZIA La bozza dell’autonomia veneta è pronta, contiene tutte le 23 materie chieste dalla Regione e stabilisce che le nuove competenze saranno finanziate non con trasferimenti dallo Stato ma grazie ad «una compartecipazione al gettito delle tasse, una quota di Iva e Irpef trattenuta alla fonte». Lo rivela il ministro Stefani al Corriere del Veneto. La bozza sarà sul tavolo del premier nelle prossime ore e potrebbe approdare in parlamento «entro l’anno».
VENEZIA I tavoli tecnici hanno concluso il loro lavoro. La bozza d’intesa tra lo Stato e la Regione sull’autonomia è pronta e a breve sarà consegnata al premier Giuseppe Conte. Ci sono tutte le 23 materie chieste dal governatore Luca Zaia, accompagnate da un’ipotesi di finanziamento legata alla compartecipazione del gettito Iva e Irpef prodotto sul territorio regionale. «Se tutto andrà bene – spiega il ministro per gli Affari regionali Erika Stefani al Corriere del Veneto – conto di presentare la legge in parlamento entro l’anno».
Ministro, dunque riuscirà a rispettare il termine che lei stessa aveva indicato, il 22 ottobre, anniversario del referendum autonomista, per la presentazione dell’intesa?
«Avevo promesso che per quella data avrei presentato la bozza dell’intesa e la bozza è pronta, è sulla mia scrivania. A breve la consegnerò al Presidente del Consiglio per una prima valutazione da parte dell’Esecutivo; mi prenderò ancora qualche giorno la prossima settimana per le ultime limature. Sia chiaro: questa è la proposta formulata dal mio ministero al termine del lavoro con gli altri dicasteri, non è un testo immutabile, siamo aperti a miglioramenti da parte sia del Consiglio dei ministri che della Regione».
Ma il lavoro è concluso?
«Per il Veneto sì. I tavoli tecnici, a cui sedevano le delegazioni di ministeri e Regione, hanno terminato il loro compito; quelli con la Lombardia sono alla fase finale e presto redigeremo la bozza d’intesa; quelli con l’Emilia Romagna sono entrati nel vivo. Per le altre Regioni siamo ancora alla fase iniziale, propedeutica all’avvio del dialogo».
Nella bozza del Veneto ci sono tutte le 23 materie chieste da Zaia?
«Sì. La Costituzione lo consente, la Regione le ha chieste e noi su tutte e 23 abbiamo lavorato. È stata un’attività complessa: all’interno di ciascuna materia le singole competenze sono state declinate in modo così puntuale e minuzioso che potrebbero essere immediatamente trasferite ed applicate da domani».
I ministeri hanno collaborato? Si è parlato di resistenze da parte delle burocrazie…
«Magari non tutti hanno mostrato la stessa determinazione della sottoscritta, che è leghista ed è veneta, ma la collaborazione è stata ottima. Da parte di tutti i colleghi è ferma la volontà di rispettare fino in fondo il contratto di governo».
Come sarà finanziata la devoluzione di competenze? Si procederà con trasferimenti dallo Stato alla Regione?
«No. La mia proposta prevede forme di compartecipazione da parte della Regione al gettito d’imposta generato sul suo territorio. Per il quantum si farà inizialmente riferimento ai costi storici ma nell’arco di qualche anno, si passerà ai costi standard».
A quali imposte comparteciperà la Regione?
«Sono in attesa di una determinazione da parte del ministero dell’Economia ma credo si tratterà dell’Iva e dell’Irpef, sono le imposte che meglio si prestano allo scopo. Il principio di base è chiaro: perché l’autonomia funzioni occorre che la trattenuta sia alla fonte».
I numeri in parlamento ci saranno? Qualcuno nel M5S, ma anche nella Lega, ha avanzato perplessità sul fatto che un’autonomia così spinta, su 23 materie, possa passare il vaglio dell’aula.
«Non mi risulta che nella Lega qualcuno abbia dubbi. Nel M5S, se lei si riferisce al sottosegretario Buffagni, è stato male interpretato e le sue parole sono già state chiarite. La risoluzione pro-autonomia votata a margine della nota di aggiornamento del Def dimostra che i numeri in parlamento ci sono. L’autonomia è uno degli obiettivi più importanti della legislatura».
Quando sarà raggiunto?
«L’intesa dev’essere firmata dal Presidente del Consiglio, poi redigeremo la legge che sarà sottoposta al parlamento. Considerando la sessione di bilancio, sarei soddisfatta se venisse presentata entro l’anno per essere poi discussa all’inizio del 2019».
L’ipotesi di procedere con una legge delega è stata definitivamente abbandonata?
«Sì. Sembrava una soluzione valida ed è stata attentamente vagliata ma i dubbi degli accademici, che temevano potesse non essere rispettosa dell’articolo 116, ci ha convinti a procedere con legge ordinaria. Voglio un’autonomia forte, che non sia esposta al rischio di ricorsi. Pazienza se abbiamo dovuto lavorarci di più in questi mesi, non potendo rinviare nulla ad una supposta “Fase 2”».
La road map che ha tracciato esclude un’intesa omnibus, che tenga insieme tutte le Regioni.
«Mi spiace che alcuni presidenti insistano su questo, l’intesa comune è impossibile per due motivi. Il primo è che all’interno della stessa materia, generica nel dettato costituzionale, le singole Regioni hanno chiesto competenze diverse. Il secondo è che non tutte le Regioni sono allo stesso punto: Veneto e Lombardia hanno iniziato il loro percorso a giungo, a luglio le loro proposte erano già strutturate, ad agosto i tavoli tecnici erano al lavoro. Non intendo rallentarle».
A proposito di Regioni: il Veneto ha in cassa un miliardo che non può spendere, un avanzo di bilancio congelato. È possibile sbloccarlo?
«Sì. Ho convocato con urgenza una conferenza StatoRegioni straordinaria per lunedì, in quella sede annuncerò lo sblocco degli avanzi delle Regioni, sull’esempio di quanto già fatto per i Comuni».
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«E lunedì sblocco anche il miliardo prigioniero nelle casse della Regione»